Di Admin (del 10/11/2008 @ 08:40:03, in Articoli, linkato 2014 volte)
L’elezione del 44° Presidente degli Stati Uniti ha scatenato un vortice di commenti unilaterali. Un unico pensiero ha preso forma spinto da un entusiasmo diffuso. Svolta epocale, sogno che si realizza, fine della guerra civile americana dopo 147 anni, futuro radioso. Sono solo alcune delle espressioni diluviate in questi giorni.
Anche io ho avvertito un brivido osservando l’entusiasmo di tanti afroamericani. In loro leggevo la speranza del riscatto. Come mi ha colpito la commozione del Reverendo Jackson, una vita spesa in difesa dei diritti civili. Ma le cose sono ben più complesse.
Nessuna ricerca di originalità o volontà di andare sempre controcorrente. L’elezione di Barack Obama è stata, ancora una volta e prima di ogni cosa, un poderoso evento mediatico. Nulla di più. Sta a lui ora scrivere davvero pagine di storia nuova.
Leonardo Sciascia disse “Il nostro è un paese senza memoria e verità.” In America la situazione non è granché diversa.
Vedremo se Obama avrà la forza di ridare dignità al passato riscrivendo la storia delle Black Panter e delle esecuzioni firmate CIA contro Frank Hampton e molti altri leader del movimento per la liberazione degli afroamericani.
Vedremo se qualcuno pagherà per la sanguinaria guerra in Irak alla ricerca di armi di distruzione di massa inventate ad arte da un governo corrotto.
Vedremo se prevarrà un rispetto autentico verso il pianeta e gli uomini tutti. Solo allora avvertirò il vento soffiare in una direzione nuova.
Di Admin (del 17/11/2008 @ 09:01:00, in Articoli, linkato 1971 volte)
Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino si è detto pronto a incatenarsi ai cancelli d’ingresso della Motorola, la multinazionale americana che ha a sorpresa dichiarato l’intenzione di cancellare l’insediamento torinese rispedendo a casa 370 ingegneri specializzati.
Il sindaco non ci sta e denuncia: la Motorola dal 1998 ha ricevuto 11 milioni di euro di finanziamenti pubblici per il centro ricerche di Torino, da sempre considerato in termini di competenze come uno dei migliori del gruppo. Ma la riconoscenza, si sa, non esiste e il consiglio di amministrazione, riunitosi nei giorni scorsi in Illinois, ha deliberato la chiusura dello stabilimento.
Quello della Motorola è solo l’ultimo caso in ordine di tempo. Di multinazionali che vengono qui da noi, succhiano avide finanziamenti milionari, per poi gettare al vento centinaia di posti di lavoro, se ne è perso il conto. Texas Instruments, Marconi, Nestlè, 3M, Eds, sono solo alcuni esempi di una scandalosa lista destinata a rimpolparsi.
Di fronte a questo scempio nessun governo o sindacato negli ultimi anni ha agito in modo corretto. I rappresentanti locali si sono spesso ritrovati soli a difendere il proprio territorio con le insufficienti armi a loro disposizione.
L’attuale crisi economica che turba il nostro domani è la prova della crisi del sistema capitalistico o l’ennesimo artifizio creato dal sistema per stritolare i lavoratori? Cominciamo a porci a questa domanda e da qui, a ragionare in modo nuovo.
Di Admin (del 24/11/2008 @ 08:28:04, in Articoli, linkato 2045 volte)
Un vero democristiano non molla mai. Con questo proclama Villari ha chiarito, qualora ce ne fosse bisogno, che non sarà facile liberarsi di lui. Arenatesi da mesi intorno al nome di Leoluca Orlando, le trattative tra governo e opposizione per la nomina del presidente della Commissione Vigilanza Rai si erano interrotte con il colpo di mano del Pdl che a sorpresa aveva votato per Riccardo Villari, già presidente del Napoli Club Parlamento.
A dire il vero nel Pd molti avevano tirato un sospiro di sollievo. Il candidato voluto da Di Pietro non andava giù nemmeno a loro, come provano i due voti dati dai consiglieri dell’opposizione e i pizzini spediti sottobanco da La Torre (senatore Pd) a Bocchino (deputato Pdl) davanti alle telecamere di La 7.
E quando i nostri politicanti si sono accordati sulla indiscussa figura di Sergio Zavoli, Villari non è stato al gioco. Forti pressioni bipartisan l’hanno invitato alle dimissioni. Ma il suo radicato senso delle istituzioni, e non un insolito attaccamento alla poltrona, gli ha suggerito di rimanere saldo al suo posto.
Forse Villari soffre della sindrome dell’ex. Ex Dc, ex Cdu con Buttiglione, ex Udeur con Mastella, ex Margherita con Rutelli, ex Pd con Marini (il suo partito lo ha appena espulso), Villari non vuole diventare anche ex Presidente della commissione Rai. Ma è proprio così scontato che debba essere lui a levare il disturbo? L’epatologo napoletano prosegue inamovibile a far fare un fegato tanto a tutti.
Di Admin (del 01/12/2008 @ 08:40:16, in Articoli, linkato 2023 volte)
1.200 euro al mese e l’opportunità di lavorare vicino casa. Lo stipendio non è granché ma stare vicino alla moglie e al figlio di un anno ha un valore supremo per Ciro. Tre mesi prima ha lasciato il lavoro a Roma. Ha faticato per ritrovarlo dalle nostre parti. Poi la sua esperienza decennale ha convinto la Cdn di Marigliano ad assumerlo. Sì, potrà anche capitare di andare in trasferta per qualche lavoro, ma poi si torna giù e magari con qualche soldo in più nella tasca.
Forse pensa a questo Ciro giovedì mattina alla Stazione Centrale, Binario 19. Con il consueto scrupolo indossa l’abbigliamento antinfortunistico necessario e si appresta a salire su di un traliccio per il rinnovamento della linea di alimentazione elettrica dei treni. È un’operazione programmata da tempo. Per il personale RFI non ci sono controindicazioni. La corrente è sospesa da tempo.
Ciro sale sulla scala e comincia il suo intervento. Poi, un’improvvisa quanto violenta scarica di 3.000 volt brucia in un sol istante tutti i suoi sogni. I colleghi tentano un disperato soccorso, ma incontrano difficoltà persino nel sottrarre il corpo di Ciro a quell’abbraccio mortale. Per lui non c’è più niente da fare.
Ora la magistratura indagherà per capire perché l’alimentazione non era bloccata e perché non sono scattati gli interruttori di sicurezza. Ma nulla potrà cambiare il finale assurdo di questa e di troppe altre storie simili. Ciro lavorava vivere. Il lavoro gli ha il rubato la vita.
Di Admin (del 08/12/2008 @ 18:20:05, in Articoli, linkato 1927 volte)
Dopo lo scandalo rifiuti all’orizzonte si profila una piccola tangentopoli nostrana. Una continua emergenza soffoca la città. Nel frattempo ce ne restiamo immobili accumulando ritardi sempre più profondi. Partendo dalla sua storia, dal suo passato, Napoli deve riprendere a disegnare il suo futuro.
È questo il tema che ha animato il master internazionale in progettazione d’eccellenza per la città storica. Un gruppo di architetti di fama mondiale come Alvaro Siza, Rafael Moneo, Alberto Izzo, David Chipperfield, in collaborazione con professionisti come Nicola Di Battista, Ferruccio Izzo e Giovanni Francesco Frascino, ha analizzato il centro antico della città.
Per comprendere a pieno il ventre di Napoli e i suoi problemi ancora irrisolti, gli studiosi sono partiti dalle ragioni che hanno determinato quei luoghi. Ai loro occhi sono balzate le stridenti contraddizioni tra un’architettura di qualità e costruzioni prive di senso. Fino a giungere a una conclusione suggestiva: in un contesto stratificato come il nostro è difficile aggiungere, più facile sottrarre.
L’attenzione progettuale si è soffermata su aree lungo i margini della città di fondazione greco-romana. Gli interventi pensati nell’area del vecchio policlinico, in via Foria, lungo le mura nord-orientali e in Via Armanni, hanno il preciso scopo di vivificare un dialogo, oggi reciso, tra la Napoli intra ed extra moenia. Idee che se realizzate aiuterebbero la città a riprendere un cammino interrotto.
Di Admin (del 15/12/2008 @ 09:50:38, in Articoli, linkato 1954 volte)
Venerdì sera a Trentola Ducenta un commando a bordo di un’auto ha esploso un centinaio di colpi di kalashnikov contro un’abitazione. I sicari non hanno raggiunto il vero obiettivo ferendo invece una donna che aveva l’unico torto di trovarsi al posto giusto, la cucina del suo appartamento, nel momento sbagliato. Un pensiero stereotipato e assai in voga si soffermerebbe sui mali dell’agro aversano dove la criminalità impazza in beffa a uno stato inadeguato.
Poche ore dopo un nuovo far west si è invece scatenato in uno chalet di Mergellina, il salotto buono della città. Due ragazzi sono stati feriti. Anche loro avevano l’unica colpa di trovarsi nel posto giusto, chi a festeggiare un’amica, chi a bere un caffé, nel momento sbagliato. Serena e Vincenzo non c’entravano nulla nella sparatoria creata da un folle che intendeva vendicare un qualche torto subito in precedenza. I due giovani sono in ospedale, il destino appeso a un filo. Bene che vada Vincenzo ci avrà rimesso un rene e un tratto di intestino, Serena si ritroverà un polmone perforato.
È corretto parlare di caso fortuito, di cose che possono accadere e in nessun modo essere prevenute? È più vero dire che il degrado e la violenza hanno raggiunto a Napoli picchi paragonabili solamente all’indifferenza e alle arroganti incapacità di chi amministra e controlla il territorio. In strada ci si muove accompagnati da uno sgradevole disagio e dalla sensazione opprimente che ci stiano rubando la città.
Di Admin (del 22/12/2008 @ 08:38:08, in Articoli, linkato 1820 volte)
Caro Cardinale Sepe, scrivo per ringraziarla per il suo amore verso la città. Dal suo arrivo ha ricreato un rapporto vivo con la gente. Superando la fredda distanza che il suo predecessore, su questo Lei non sarà d’accordo, aveva lasciato nel cuore dei napoletani.
Ha formato la sua squadra di governo, scegliendo i sacerdoti migliori e dividendo con loro le gravi responsabilità che attanagliano chiunque ricopra incarichi istituzionali a Napoli.
Ha cercato il dialogo con tutti e in tutti i modi possibili. Conversando all’interno di un Duomo spesso gremito, o con gli amici che l’hanno contattata attraverso Facebook. Nelle sue parole lo sprone alla città per liberarsi dai suoi mali si alterna agli inviti a non abbattersi.
Vittime di politici inetti, ai pochi uomini validi chiediamo sempre di più. E chi sono io per chiederle di non cadere in eccessi di generosità che possono nuocere ai napoletani? Come invocare il Santo Patrono per risolvere dall’alto lo sconcio dei rifiuti che ammorbavano la città. O invitare il presidente De Laurentiis ad adeguare gli stipendi di Lavezzi e altri campioni del club.
Ci attendono periodi critici durante i quale i privilegi dei calciatori diverranno ancora più stridenti. I tifosi la pensano come Lei, ma sono certo che le sorti del suo gregge Le sono più a cuore di quelle degli strapagati professionisti del calcio. Perché non basta che vinca il Napoli per risollevarci.
Buon Natale Cardinale, e che ‘a Maronna ce accumpagne.
Di Admin (del 23/12/2008 @ 08:27:47, in Articoli, linkato 1835 volte)
Ducati 271, il modello del momento. Non parliamo della moto con cui l’azienda di Borgo Panigale sfiderà Valentino Rossi, ma del modello di scarpe scagliate dal giornalista iracheno Muntadar al-Zeidi contro George Bush durante la sua ultima visita in Irak.
Tanti hanno provato ad assumersi la paternità delle scarpe, ma la Ramazan Baydan è stata la più abile a creare il tam tam. Impossibile smentirla, visto che le scarpe sono state distrutte dai servizi segreti, preoccupati che contenessero esplosivo.
Il lancio si è tradotto in un inaspettato volano per l’azienda turca che ha assunto 100 lavoratori per fronteggiare l’ondata di ordini sopraggiunti. Il direttore di fabbrica ha precisato che il costo è rimasto immutato a 40 dollari e che le scarpe sono più leggere di come appaiono.
Se la Baydan gongola, meno bene se la passa il giornalista accusato di aggressione a un capo di Stato. Al-Zeidi rischia fino a 15 anni di carcere per il suo gesto. Una pena a dir poco spropositata. Sarebbe il caso che i giudici derubricassero l’atto a semplice tentativo di aggressione, condannando al-Zeidi al pagamento di una multa da devolvere magari alle associazioni che tutelano gli orfani della guerra in Irak.
Una guerra che lo stesso Bush ha definito un errore provocato dalle errate informazioni sulle armi di distruzioni di massa. Intanto 4.500 soldati americani e un numero imprecisato di civili iracheni, tra centomila e un milione, hanno perso la vita per l’errore di Bush.
Di Admin (del 29/12/2008 @ 11:16:16, in Articoli, linkato 1947 volte)
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, cantava Lucio Dalla. Può darsi che così sarà per il 2009 alle porte ma, al di là di ciò che attesta il calendario, il 2008 disgraziatamente non si chiude qui. Napoli pagherà nel tempo i nefandi effetti di questo annus horribilis. E saranno rate salatissime.
Un anno iniziato sulle barricate da chi manifestava contro l’apertura della discarica a Chiaiano e finito con una piccola e melmosa tangentopoli locale i cui contorni sono ancora tutti da definire. Una tempesta che ha sconvolto la città senza per’altro minimamente scalfire l’indecente arroganza di chi l’amministra.
In prima fila a raccontare senza sconti la città, i giornalisti di questo free press. Amalia, Alessandro, Arnaldo, Ciro e tutti gli altri, sono scesi in strada, hanno guardato negli occhi l’animo ferito di una città senza più timonieri e che non sa dove andrà a sbattere. L’hanno fatto in maniera pulita e coraggiosa, rivelando giorno dopo giorno le miserie di una città capace solo di prendersela con i più deboli. Hanno firmato i loro pezzi finendo spesso nel mirino e pagando sempre di persona.
Verrebbe da chiedersi: chi glielo fa fare? Difficile rispondere senza cadere nella retorica. Di certo, oltre a una passione per un mestiere oramai in via di estinzione, la voglia di non mollare, di sollevare una voce dissonante dal coro che imperversa e soffoca Napoli come la mucillagine il mare.
Di Admin (del 05/01/2009 @ 08:01:53, in Articoli, linkato 1893 volte)
C’è chi ha già ripreso a lavorare e chi tornerà dopo l’epifania. Ma per molti oggi è il primo giorno lavorativo dell’anno. Anche per me, ma le cose si sono messe male sin dal principio. Ha iniziato la sveglia, sfrantummata lo ammetto, a fare i suoi capricci. Come nel 2008, mi sono detto. L’anno nuovo è appena scattato e già sono in ritardo.
Il tempo di vestirsi ed ero già in macchina. In autostrada il telepass sfrantummato non ha funzionato impedendomi a lungo il passaggio al casello. Mi sono voltato certo di incrociare l’ira degli automobilisti in coda. Per buona sorte nei loro occhi ho ritrovato un’insolita rassegnazione.
Giunto nel cuore della City ero certo che le cose sarebbero migliorate. Mi sbagliavo. Al bar la macchinetta del caffè non funzionava. Si è sfrantummata, si è giustificato il gestore, toccherà cambiarla. Intorno a me volti sfrantummati che non riuscivano a velare la necessità di un sostanziale rimpasto nella loro vita.
Ho deciso allora di telefonare al direttore della casa editrice. C’è da discutere delle bozze del libro al quale stiamo lavorando. Niente da fare. Qualche addetto sfrantummato dell’aeroporto di Parigi aveva per errore imbarcato le sue valigie che ora vagavano serenamente nei cieli di chissà quale continente.
Un inizio del 2009 davvero sfrantummato, per dirla con le parole del sindaco Jervolino. Anche per lei sono finite le feste. Non è più l’ora di balli e tarantelle, ha ricordato a Veltroni e Nicolais. Ogni limite ha una pazienza direbbe Totò.
Il sindaco difende con le unghie la sua dignità personale e pone il suo aut aut ai vertici del PD. Qualche assessore sfrantummato posso anche sostituirlo, ma di azzeramento della giunta non se ne parla proprio. Altrimenti tutti a casa ed elezioni in primavera, ha minacciato Rosetta.
Prospettiva agghiacciante per Veltroni che, pur di procrastinare la batosta che attende il suo partito alle prossime amministrative, pare voler accontentare il Sindaco. Peccato.