Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 29/12/2008 @ 11:16:16, in Articoli, linkato 1946 volte)
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, cantava Lucio Dalla. Può darsi che così sarà per il 2009 alle porte ma, al di là di ciò che attesta il calendario, il 2008 disgraziatamente non si chiude qui. Napoli pagherà nel tempo i nefandi effetti di questo annus horribilis. E saranno rate salatissime.
Un anno iniziato sulle barricate da chi manifestava contro l’apertura della discarica a Chiaiano e finito con una piccola e melmosa tangentopoli locale i cui contorni sono ancora tutti da definire. Una tempesta che ha sconvolto la città senza per’altro minimamente scalfire l’indecente arroganza di chi l’amministra.
In prima fila a raccontare senza sconti la città, i giornalisti di questo free press. Amalia, Alessandro, Arnaldo, Ciro e tutti gli altri, sono scesi in strada, hanno guardato negli occhi l’animo ferito di una città senza più timonieri e che non sa dove andrà a sbattere. L’hanno fatto in maniera pulita e coraggiosa, rivelando giorno dopo giorno le miserie di una città capace solo di prendersela con i più deboli. Hanno firmato i loro pezzi finendo spesso nel mirino e pagando sempre di persona.
Verrebbe da chiedersi: chi glielo fa fare? Difficile rispondere senza cadere nella retorica. Di certo, oltre a una passione per un mestiere oramai in via di estinzione, la voglia di non mollare, di sollevare una voce dissonante dal coro che imperversa e soffoca Napoli come la mucillagine il mare.
Di Admin (del 23/12/2008 @ 08:27:47, in Articoli, linkato 1834 volte)
Ducati 271, il modello del momento. Non parliamo della moto con cui l’azienda di Borgo Panigale sfiderà Valentino Rossi, ma del modello di scarpe scagliate dal giornalista iracheno Muntadar al-Zeidi contro George Bush durante la sua ultima visita in Irak.
Tanti hanno provato ad assumersi la paternità delle scarpe, ma la Ramazan Baydan è stata la più abile a creare il tam tam. Impossibile smentirla, visto che le scarpe sono state distrutte dai servizi segreti, preoccupati che contenessero esplosivo.
Il lancio si è tradotto in un inaspettato volano per l’azienda turca che ha assunto 100 lavoratori per fronteggiare l’ondata di ordini sopraggiunti. Il direttore di fabbrica ha precisato che il costo è rimasto immutato a 40 dollari e che le scarpe sono più leggere di come appaiono.
Se la Baydan gongola, meno bene se la passa il giornalista accusato di aggressione a un capo di Stato. Al-Zeidi rischia fino a 15 anni di carcere per il suo gesto. Una pena a dir poco spropositata. Sarebbe il caso che i giudici derubricassero l’atto a semplice tentativo di aggressione, condannando al-Zeidi al pagamento di una multa da devolvere magari alle associazioni che tutelano gli orfani della guerra in Irak.
Una guerra che lo stesso Bush ha definito un errore provocato dalle errate informazioni sulle armi di distruzioni di massa. Intanto 4.500 soldati americani e un numero imprecisato di civili iracheni, tra centomila e un milione, hanno perso la vita per l’errore di Bush.
Di Admin (del 22/12/2008 @ 08:38:08, in Articoli, linkato 1819 volte)
Caro Cardinale Sepe, scrivo per ringraziarla per il suo amore verso la città. Dal suo arrivo ha ricreato un rapporto vivo con la gente. Superando la fredda distanza che il suo predecessore, su questo Lei non sarà d’accordo, aveva lasciato nel cuore dei napoletani.
Ha formato la sua squadra di governo, scegliendo i sacerdoti migliori e dividendo con loro le gravi responsabilità che attanagliano chiunque ricopra incarichi istituzionali a Napoli.
Ha cercato il dialogo con tutti e in tutti i modi possibili. Conversando all’interno di un Duomo spesso gremito, o con gli amici che l’hanno contattata attraverso Facebook. Nelle sue parole lo sprone alla città per liberarsi dai suoi mali si alterna agli inviti a non abbattersi.
Vittime di politici inetti, ai pochi uomini validi chiediamo sempre di più. E chi sono io per chiederle di non cadere in eccessi di generosità che possono nuocere ai napoletani? Come invocare il Santo Patrono per risolvere dall’alto lo sconcio dei rifiuti che ammorbavano la città. O invitare il presidente De Laurentiis ad adeguare gli stipendi di Lavezzi e altri campioni del club.
Ci attendono periodi critici durante i quale i privilegi dei calciatori diverranno ancora più stridenti. I tifosi la pensano come Lei, ma sono certo che le sorti del suo gregge Le sono più a cuore di quelle degli strapagati professionisti del calcio. Perché non basta che vinca il Napoli per risollevarci.
Buon Natale Cardinale, e che ‘a Maronna ce accumpagne.
Di Admin (del 15/12/2008 @ 09:50:38, in Articoli, linkato 1953 volte)
Venerdì sera a Trentola Ducenta un commando a bordo di un’auto ha esploso un centinaio di colpi di kalashnikov contro un’abitazione. I sicari non hanno raggiunto il vero obiettivo ferendo invece una donna che aveva l’unico torto di trovarsi al posto giusto, la cucina del suo appartamento, nel momento sbagliato. Un pensiero stereotipato e assai in voga si soffermerebbe sui mali dell’agro aversano dove la criminalità impazza in beffa a uno stato inadeguato.
Poche ore dopo un nuovo far west si è invece scatenato in uno chalet di Mergellina, il salotto buono della città. Due ragazzi sono stati feriti. Anche loro avevano l’unica colpa di trovarsi nel posto giusto, chi a festeggiare un’amica, chi a bere un caffé, nel momento sbagliato. Serena e Vincenzo non c’entravano nulla nella sparatoria creata da un folle che intendeva vendicare un qualche torto subito in precedenza. I due giovani sono in ospedale, il destino appeso a un filo. Bene che vada Vincenzo ci avrà rimesso un rene e un tratto di intestino, Serena si ritroverà un polmone perforato.
È corretto parlare di caso fortuito, di cose che possono accadere e in nessun modo essere prevenute? È più vero dire che il degrado e la violenza hanno raggiunto a Napoli picchi paragonabili solamente all’indifferenza e alle arroganti incapacità di chi amministra e controlla il territorio. In strada ci si muove accompagnati da uno sgradevole disagio e dalla sensazione opprimente che ci stiano rubando la città.
Di Admin (del 08/12/2008 @ 18:20:05, in Articoli, linkato 1926 volte)
Dopo lo scandalo rifiuti all’orizzonte si profila una piccola tangentopoli nostrana. Una continua emergenza soffoca la città. Nel frattempo ce ne restiamo immobili accumulando ritardi sempre più profondi. Partendo dalla sua storia, dal suo passato, Napoli deve riprendere a disegnare il suo futuro.
È questo il tema che ha animato il master internazionale in progettazione d’eccellenza per la città storica. Un gruppo di architetti di fama mondiale come Alvaro Siza, Rafael Moneo, Alberto Izzo, David Chipperfield, in collaborazione con professionisti come Nicola Di Battista, Ferruccio Izzo e Giovanni Francesco Frascino, ha analizzato il centro antico della città.
Per comprendere a pieno il ventre di Napoli e i suoi problemi ancora irrisolti, gli studiosi sono partiti dalle ragioni che hanno determinato quei luoghi. Ai loro occhi sono balzate le stridenti contraddizioni tra un’architettura di qualità e costruzioni prive di senso. Fino a giungere a una conclusione suggestiva: in un contesto stratificato come il nostro è difficile aggiungere, più facile sottrarre.
L’attenzione progettuale si è soffermata su aree lungo i margini della città di fondazione greco-romana. Gli interventi pensati nell’area del vecchio policlinico, in via Foria, lungo le mura nord-orientali e in Via Armanni, hanno il preciso scopo di vivificare un dialogo, oggi reciso, tra la Napoli intra ed extra moenia. Idee che se realizzate aiuterebbero la città a riprendere un cammino interrotto.
Di Admin (del 01/12/2008 @ 08:40:16, in Articoli, linkato 2022 volte)
1.200 euro al mese e l’opportunità di lavorare vicino casa. Lo stipendio non è granché ma stare vicino alla moglie e al figlio di un anno ha un valore supremo per Ciro. Tre mesi prima ha lasciato il lavoro a Roma. Ha faticato per ritrovarlo dalle nostre parti. Poi la sua esperienza decennale ha convinto la Cdn di Marigliano ad assumerlo. Sì, potrà anche capitare di andare in trasferta per qualche lavoro, ma poi si torna giù e magari con qualche soldo in più nella tasca.
Forse pensa a questo Ciro giovedì mattina alla Stazione Centrale, Binario 19. Con il consueto scrupolo indossa l’abbigliamento antinfortunistico necessario e si appresta a salire su di un traliccio per il rinnovamento della linea di alimentazione elettrica dei treni. È un’operazione programmata da tempo. Per il personale RFI non ci sono controindicazioni. La corrente è sospesa da tempo.
Ciro sale sulla scala e comincia il suo intervento. Poi, un’improvvisa quanto violenta scarica di 3.000 volt brucia in un sol istante tutti i suoi sogni. I colleghi tentano un disperato soccorso, ma incontrano difficoltà persino nel sottrarre il corpo di Ciro a quell’abbraccio mortale. Per lui non c’è più niente da fare.
Ora la magistratura indagherà per capire perché l’alimentazione non era bloccata e perché non sono scattati gli interruttori di sicurezza. Ma nulla potrà cambiare il finale assurdo di questa e di troppe altre storie simili. Ciro lavorava vivere. Il lavoro gli ha il rubato la vita.
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