Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 03/04/2010 @ 05:01:48, in Articoli, linkato 1998 volte)
In Messico il giorno degli innocenti, l’equivalente del nostro pesce d’aprile, si festeggia il 28 dicembre. Non poteva essere uno scherzo dunque, quello del quotidiano messicano La Reforma che la scorsa settimana aveva sbattuto il volto del subcomandante Marcos in prima pagina.
Ad affidare al giornale le foto del leggendario guerrigliero senza il suo tradizionale passamontagna era stato un disertore dell’esercito zapatista. Che, per non deludere nessuno, aveva consegnato anche un corposo dossier contenente le fotografie di altri leader dell’esercito di liberazione nazionale e persino le inconfutabili prove dei finanziamenti occulti dell’Eta basca.
Elementi per nutrire dubbi sulla veridicità delle foto non mancavano, a partire dal volto giovanile spacciato per Marcos, le cui generalità sono note da tempo e che a giugno festeggerà cinquantatré anni. Ma la rivoluzione mantiene in forma il corpo e la mente, avranno pensato gli scaltri giornalisti de La Reforma che, grazie alla loro fonte segreta, sono incappati in una clamorosa figuraccia mondiale.
Il presunto Marcos infatti, altri non era che Leuccio Rizzo, trentottenne di Galatina, da due anni in Messico per il comitato Chiapas Maribel di Bergamo. Venuto a conoscenza del misfatto Rizzo, pur riconoscendo la sua ammirazione incondizionata per l’esercito zapatista, ha immediatamente richiesto una smentita ufficiale e avviato un’azione legale per il risarcimento dei danni subiti.
Per conoscere la realtà del Chiapas Maribel visita il sito http://chiapasbg.wordpress.com/
Di Admin (del 12/04/2010 @ 15:41:18, in Articoli, linkato 1901 volte)
Torniamo a parlare di sentenze discutibili. Dopo la 11.618 emessa dalla Corte di Cassazione per la quale il magistrato che nel tribunale di Parma si era rivolto a un testimone intimandogli di non fare il napoletano, non aveva espresso che una serena sollecitazione a un testimone ritenuto evasivo, la nuova sentenza giunge dal tribunale di Treviso. I giudici hanno stabilito che l’espressione “Negro di m….” sia da ritenersi un’ingiuria, priva però dell’aggravante dell’odio razziale.
I fatti risalgono al 2006, quando il titolare di una lavanderia nel trevigiano aveva richiesto a un cliente senegalese il pagamento anticipato del servizio. Il diverbio che ne era scaturito era terminato con pesanti insulti da parte del commerciante, che aveva definito il suo cliente negro di m…, e persino comunista. Il commerciante è stato condannato al pagamento di un’ammenda di 250 euro e delle spese legali, ma ha evitato sanzioni peggiori.
Si è ora in attesa delle motivazioni della sentenza che la Procura depositerà entro cinquanta giorni. Lì scopriremo magari giustificazioni nobili, e ampio risalto verrà dato all’uguaglianza dei popoli. O, più probabilmente, si sdoganerà un gergo profondamente offensiva, sancendone l’ingresso nel lessico comune. Il prossimo passo potrà essere la completa depenalizzazione di simili espressioni. E di sentenza in sentenza, scivoleremo sempre più verso un pozzo di odio, ostilità e ignoranza.
Di Admin (del 15/04/2010 @ 06:15:19, in Articoli, linkato 1917 volte)
Con gli amici della mia adolescenza ogni piccola divergenza di opinione veniva immediatamente appianata da una scommessa. Gli argomenti non mancavano mai, dallo sport alle pronosticate, e quasi mai realizzate, conquiste femminili. Quando tutto mancava, all’angolo della strada si puntava sull’ultima cifra della targa della macchina di passaggio. Pari vinco io, dispari vinci tu.
Oggi la scommessa è un business dalle dimensioni astronomiche. Ovunque è possibile puntare su qualsiasi evento. E così la Roma è favorita sull’Inter nella corsa per lo scudetto e chi è certo della convocazione di Amauri ai mondiali in Sudafrica vincerà cinque volte la cifra investita. La patria della scommessa resta l’Inghilterra. Lì, da sempre, si punta su ogni evento e il gossip ultimamente la fa da padrone. Un esempio su tutti, la separazione della coppia Pitt-Jolie.
Ma quella accettata dal noto bookmaker William Hill è una scommessa davvero originale. Oggetto della giocata, l’elezione a Primo Ministro di William Eric Jones, un bambino di dieci anni. Un amico di famiglia ha infatti puntato dieci sterline sulla futura nomina. Se il pronostico si rivelerà esatto vincerà 250.000 sterline, poco meno di trecentomila euro.
Chissà, forse davvero un giorno il piccolo Eric varcherà la soglia di Downing Street e magari come primo provvedimento abolirà, con effetto retroattivo, tutte le scommesse avente per oggetto la vita e le scelte dei bambini.
Di Admin (del 19/04/2010 @ 04:35:13, in Articoli, linkato 1981 volte)
Think different. Con questo slogan Steve Jobs rivoluzionò il corso di Apple che, dopo un periodo di appannamento, si trasformò in azienda icona per intere generazioni. Ma i recenti fatti sembrano dimostrare che, prima di ogni cosa, la Apple è una potente multinazionale, il cui modo di pensare non è poi così distante dalle sue consorelle.
Nei mesi scorsi infatti Mark Fiore, scrittore, comico e fumettista americano, mai troppo tenero con i personaggi che contano, ha sottoposto alla Apple una serie di sue vignette. Ma l’azienda di Cupertino, in palese contraddizione con la propria filosofia, ha rifiutato l’applicazione giudicando la satira di Fiore materiale reprensibile, al pari di testi pornografici o osceni. Insomma, senza girarci troppo attorno, una velata forma di censura realizzata contro chi ha fatto del web il luogo unico e ideale del proprio lavoro.
Poi, il colpo di scena. Per la sua pungente ironia e la qualità dei suoi cartoni, Fiore si aggiudica il prestigioso premio Pulitzer. L’evento inatteso costringe la Apple ad una repentina retromarcia e a spalancare le porte degli iPhone al disegnatore. Un’ammissione di colpa che giunge tardiva, di certo favorita dalla recente popolarità acquisita dal vignettista.
A Steve Jobs non resta ora che rileggere le ultime parole del suo stesso spot. “Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.”
Di Admin (del 20/04/2010 @ 05:41:00, in Articoli, linkato 1929 volte)
Cinquemila arresti di presunti appartenenti a organizzazioni criminali, ventritré superlatitanti catturati dei trenta più pericolosi, beni sequestrati e confiscati per un controvalore superiore ai dieci miliardi di euro. Questi in sintesi i risultati riportati dal governo nella lotta alle mafie. Cifre impressionanti, ancor più se affiancate da un’altra inoppugnabile considerazione. Le grandi holding criminali continuano ad avvelenare intere regioni.
Resta dunque essenziale informare ed evitare che il silenzio, parente dell’omertà, favorisca chi adotta sistemi criminali privi di qualsiasi scrupolo e semina lutti infiniti. Riflettori accesi allora, sulle pesanti intimidazioni subite negli scorsi giorni da due uomini che della lotta alla criminalità hanno fatto e continuano a fare una ragione di vita.
Dapprima è toccato a Raffaele Magi, estensore della storica sentenza Spartacus che ha inflitto un duro colpo ai Casalesi, ritrovare una scia di sangue fuori all’ingresso della propria abitazione. Poco dopo Raffaele Marino, procuratore aggiunto a Torre Annunziata, ha ricevuto sette proiettili calibro 7.65 e pesanti minacce rivolte a lui e agli uomini della sua scorta.
Avvertimenti non in grado di scalfire l’integrità dei due magistrati, ma che dimostrano la complessa emergenza che ancora soffoca una fetta consistente del paese. Uomini come Magi, Marino e tutti coloro che a diversi livelli offrono il proprio impegno quotidiano nel tentativo di rendere più vivibile l’esistenza dei cittadini, non vanno lasciati soli.
Restare al loro fianco non significa però mostrare una stantia, se non addirittura dubbia solidarietà, quanto piuttosto condividere un percorso collettivo. La lotta per la rinascita di una terra non deve ridursi ad una mera azione repressiva. L’impagabile lavoro dei magistrati, che più di ogni altro conoscono le crepe nelle quali la criminalità organizzata si infiltra, può essere due volte prezioso ed indicare la strada agli interventi dell’intera classe politica.
Per raggiungere l’obiettivo è indispensabile capire che mafia e camorra si sconfiggono solo se un modello sano, equilibrato e dignitoso verrà garantito a chi oggi continua a essere abbandonato a se stesso e troppo spesso non ha altre possibilità, se non quella di abbracciare una strada di morte e disperazione.
Di Admin (del 26/04/2010 @ 11:12:39, in Articoli, linkato 1979 volte)
La fine della guerra fredda e la caduta del muro di Berlino. Il crollo dell’impero sovietico e il disarmo nucleare. Concetti entrati nell’immaginario collettivo e che segnano in maniera netta il passaggio a un’era in cui nulla sarà più come prima. Eppure, per certi versi, il tempo sembra non passare mai e i metodi tradizionali restano sempre attuali e, soprattutto, funzionali.
E così, per fiaccare i più tenaci oppositori di Putin, il Servizio di Sicurezza Federale, erede del famigerato KGB, ha sguinzagliato una troupe di splendide fanciulle, affidando loro incarichi di grave responsabilità. Ossia adescare e compromettere uomini sgraditi al potere, con incontri piccanti accompagnati da un buon uso di cocaina.
A raccontare la storia è stata una delle vittime, Viktor Shenderovich, conduttore di un seguitissimo programma di satira nel quale i potenti venivano sbeffeggiati da irriguardosi pupazzi. Shenderovich ha ammesso, con qualche omissione in verità, di essere stato lusingato dalle avance di Katya Gerasimova, la più in vista tra le spregiudicate ragazze ingaggiate dai servizi segreti.
Il conduttore televisivo è però in ottima compagnia. A finire nella trappola, come attesterebbero diversi filmati, ci sono anche diplomatici inglesi e statunitensi, un ufficiale indiano, uno scrittore e molti altri esponenti della dissidenza interna. Vien da chiedersi come farebbero i governi, senza le umane debolezze, a conservare il proprio potere.
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