Se davvero la mafia si servisse di Facebook
Di Admin (del 19/01/2009 @ 23:21:07, in Articoli, linkato 1852 volte)
La mafia dilaga su Facebook. Una vera e propria infiltrazione mafiosa sta attraversando il social network del momento. Per questo motivo la parlamentare Luisa Bossa, componente della commissione antimafia, ha deciso di rivolgersi al ministro Maroni sollecitando un intervento della polizia postale mirato ad allontanare queste sgradite presenze.
In effetti, navigando si scovano decine di foto di Totò Riina, gruppi inneggianti a Bernardo Provenzano e a Raffaele Cutolo. Nel gruppo Liberiamo ‘o Prufessore si legge ‘Santo, martire, leggenda, mito creatore del lavoro del sud Italia, ministro delle infrastrutture, grande commerciante di import export per l’America’. È corretto segnalare il fenomeno in atto.
Tuttavia più d’un dubbio mi assale. È impossibile arrestare simili manifestazioni. Chiuso un gruppo se ne aprirebbe immediatamente un altro e la polizia postale non può abbassare la guardia nella lotta alla pedopornografia. Non mi convince la Bossa quando afferma che ‘la mafia utilizza la rete per farsi propaganda e creare le basi per i suoi affari criminali’. Se così fosse, per assurdo, gli investigatori potrebbero monitorare con facilità tutti i presunti mafiosi che vivacchiano in rete.
Credo invece che il problema vero sia un altro. È lo Stato che si deve infiltrare in maniera profonda e irreversibile nel Sud Italia. Offrire a tanti ragazzini che vivono nell’oscurità i mezzi per allargare la propria mente e scuotere la propria coscienza.
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