La notizia è rimbalzata su tutte le agenzie pochi minuti fa. Cristoforo Piancone, 57 anni, ex esponente delle Brigate Rosse, è stato arrestato dalla Polizia a Siena dopo aver rapinato con un altro malvivente una filiale del Monte dei Paschi di Siena.
Piancone, nome di battaglia "Gerard", ha avuto un ruolo di rilievo all’interno delle BR. Era entrato anche a far parte della Direzione Strategica. Fu arrestato l´11 aprile del 1978 a Torino, dopo aver partecipato all´agguato in cui fu ucciso l'agente Lorenzo Cotugno. Siamo nei giorni del sequestro di Aldo Moro.
Piancone rimane ferito e i suoi compagni lo lasciano al pronto soccorso dell'ospedale Astanteria Martini. Condannato a sei ergastoli aveva scontato una pena di 25 anni. Non si era mai pentito né dissociato. Aveva ottenuto una prima volta la semilibertà perdendola per aver cercato di rubare merce di poco valore al supermercato Esselunga di Alessandria. Nulla di paragonabile a quanto da lui realizzato lunedì in pieno centro di Siena. Poi, il 5 aprile del 2004 il Tribunale di sorveglianza di Torino gli aveva concesso per la seconda volta la semilibertà.
Dopo aver svaligiato la banca i due rapinatori erano fuggiti inseguiti dalla Polizia. Doveroso l’uso del condizionale, ma parrebbe che Piancone abbia puntato la rivoltella contro un poliziotto per sparargli dopo che quest’ultimo aveva esploso dei colpi in aria. So che rischio di attirarmi gli strali di molti, ma rapinare una banca è un reato previsto dal codice penale, rischiare di uccidere un uomo, un crimine infinitamente maggiore.
Davvero una brutta storia questa di Piancone. Brutta perché riapre ferite mai sanate. Basti pensare alle vittime del terrorismo. Fra queste Bruno Berardi, figlio di Rosario Berardi, il maresciallo assassinato dalle BR il 10 marzo 1978 a Torino, nei giorni in cui lo Stato aveva gravi difficoltà a portare avanti il processo contro le Brigate Rosse. Piancone era stato condannato per quell’omicidio. Facile immaginare lo stato d’animo di Bruno Berardi.
Ma non solo per questo è una brutta storia. Penso a tutti quei detenuti che conducono un’esistenza irreprensibile nella speranza di poter accedere ai benefici previsti dalla legge e ricostruirsi una vita nuova. Questa vicenda susciterà nuove prevedibili polemiche e a rimetterci saranno i più deboli.
Faccio fatica a immaginare che la rapina di Piancone fosse stata pensata per scopi politici. Tuttavia fatti di cronaca come questi si prestano a una facile strumentalizzazione.
Sono davvero in tanti a lavorare per far cadere sugli anni 70 una cortina di fumo inviolabile. Sono troppe le domande che ancora non hanno avuto risposta. Un patto scellerato è stato stretto tra chi sa. La storia d’Italia si è arrestata a trent’anni fa. Oggi siamo un paese isterico e immaturo, occupato da una classe politica incapace e priva di qualsiasi decenza. Sono questi i frutti che paga la nostra generazione per il mancato accertamento della Verità storica.
Davvero non ci voleva.