Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 22/10/2007 @ 09:22:58, in Articoli, linkato 1953 volte)
Antipolitica. La parola più trendy del momento. Grillo e il vaffa-day? Espressione dell’antipolitica. La partecipazione di massa alle primarie del nascente Partito Democratico? La migliore risposta all’antipolitica.
Mi domando cosa sia l’antipolitica. In un paese come il nostro e ancor più in una regione come la Campania, si è mai imposto un vero fermento, un autentico desiderio di innovare le linee governative? Difficile pensarlo seriamente. Meglio affidarsi alle parole di Flaiano quando sosteneva che in Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.
Da sempre al Sud il politico è visto come il nobile di un tempo: colui che ha un diritto acquisito che nessuno può contestare. Basta che non esageri, s’intende. Altrimenti volano le monetine. Come accadde a Bettino Craxi all’Hotel Raphael.
Il politico è colui al quale chiedere un favore, quello che ci può sistemare, quello che ha a cuore gli interessi del singolo, non della società intera. Non importa a quale corrente appartenga, gli ideali(?) per i quali combatta, le idee che propugna. L’importante è blandirlo e riverirlo.
Solo in quest’ottica diventano comprensibili le parole, altrimenti fallaci, di Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera: “È forte la capacità della politica di dare risposta ai fermenti popolari” ha affermato in un recente incontro all’Università Federico II.
O Francia o Spagna purché se magna. Questo il disastroso modo di ragionare che ci condannerà all’infinito.
Di Admin (del 29/10/2007 @ 08:38:55, in Articoli, linkato 1931 volte)
L’articolo che non avrei mai voluto scrivere.
La scorsa settimana la piccola Antonietta, 4 anni, è morta per soffocamento. I medici dell’ospedale, dopo aver constatato il decesso, hanno scoperto profonde lacerazioni vaginali. Da tempo la bimba veniva violentata da uno zio.
Nei mesi scorsi questo giornale è stato protagonista di una coraggiosa campagna, “Fermiamo gli orchi”. Non ci si può fermare.
In un mondo scompaginato, in questo sud dove il degrado assedia interi quartieri e fa vivere uomini e donne in un’indicibile barbarie, non si può precipitare fino a violare l’infanzia dei bimbi.
L’orco di Crispano ha 48 anni, è analfabeta. Ha firmato la deposizione con una X. Nella delirante incoscienza che lo sovrasta, si è domandato stupito “le donne non servono a questo?”
È un dovere tornare su questo folle episodio. Dobbiamo sforzarci di immaginare quei momenti, i continui abusi, l’impossibilità per Antonietta di capire cosa le accadeva. E perché.
È lo stravolgimento della vita, la perdita di qualsiasi speranza. Antonietta è nostra figlia. L’ultimo fiore, che ci viene strappato dalle braccia.
Voglio, tutti noi dobbiamo pretendere, che certe infinite disgrazie non accadano mai più. Non solo con indagini per ripulire il territorio da esseri privi di qualsiasi coscienza. Ma attraverso l’istruzione, la cultura e il lavoro.
Viviamo in un’epoca alienante che ci fa assuefare a tutto, a qualsiasi sopruso o crudeltà. Se ci abitueremo anche a questo, il mondo sarà finito da un pezzo.
Qualche giorno fa un lettore mi ha detto di aver terminato il mio romanzo proprio mentre, a bordo di un treno, entrava nella stazione di Bologna.
Il ricordo di ciò che accadde il 2 agosto del 1980, intrecciato alle sensazioni trasmesse da Buio Rivoluzione, gli avevano provocato dei brividi lungo la schiena.
Già.
Di Admin (del 05/11/2007 @ 12:10:31, in Articoli, linkato 2022 volte)
Immacolata Iacone, moglie dell’ex capo della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo, ha dato alla luce nei giorni scorsi Denyse, una bimba concepita grazie all’inseminazione artificiale.
Gli elementi necessari a accendere l’attenzione morbosa abbondano. Dall’opportunità di concedere l’autorizzazione alla fecondazione assistita da parte del Ministero di Giustizia, a questo amore impossibile nato nel parlatorio del carcere di Ascoli fra il potente capo della NCO e la giovane Immacolata che andava a trovare il fratello. La notizia non ha avuto un eccessivo clamore mediatico. Forse, per una volta, i mezzi d’informazione hanno fornito una prova di maturità. Ma il dubbio che ogni qual volta torni alla ribalta il nome di Cutolo scenda una cortina di silenzio resta.
Cutolo ha trascorso 43 anni della sua vita in prigione. Due anni fa chiese a Ciampi la grazia. E il vescovo di Caserta Nogaro ne ha certificato la profonda conversione. Impossibile, davanti agli enormi dolori distribuiti da Cutolo e dai suoi uomini, pensare alla sua liberazione. Ma resta da capire il perché da 15 anni sia sottoposto al duro regime del 41 bis. Tesse ancora le fila di organizzazioni camorriste? Difficile crederlo. Più probabile che gli si voglia togliere qualsiasi possibilità di rivelare gli inconfessabili segreti di cui è a conoscenza. Come quelli, per fare un esempio, della liberazione dell’Assessore Ciro Cirillo e dei loschi accordi fra fette dello Stato e la malavita che ne furono alla base.
Di Admin (del 09/11/2007 @ 17:01:42, in Libri, linkato 4251 volte)
Possibile compiere un percorso comune al fianco di chi scrive: “Mussolini e il suo gotha avevano capito che la rotta era ricordare agli italiani di essere stati Roma:l’ambizione era tornare a essere un impero”? Apparentemente no.
Gianfranco Franchi si avverte come un uomo di destra, che, tradito da politici come Fini e Berlusconi giunge a votare sinistra. Le differenze di pensiero paiono incolmabili.
Ma questo, a ben guardare, è solo il tragico inganno con il quale tentano di ingabbiare persone libere. Uomini che ancora hanno voglia di guardare oltre il proprio sguardo, che comprendono di essere finiti in un immenso tritacarne che tutto stritola e riduce a poltiglia.
Ed ecco che leggendo “Pagano”, pagina dopo pagina, si avverte una vicinanza di pensiero con l’autore. Encomiabili le denunce contro le tasse e le mille incomprensibili sigle dietro le quali si nasconde uno stato sanguisuga: “Non mi illudo che quel che sto versando finisca proprio a me tra 35 anni; ma non scherziamo.”
Ma è la parte finale di “Pagano” a lasciare il segno. Franchi racconta la cena voluta dal padre per “lanciare” il figlio nel mondo dell’editoria. Una narrazione dai tratti surreali, dominata dagli zoomorfi amici del padre, ognuno dei quali si avvicina per regalare il proprio consiglio, per suggerire la corretta visione della vita, la scorciatoia da imboccare. Entrando e uscendo dalla storia, Franchi trasmette un senso di ansia, ci fa mancare l’aria e venir voglia di scappare. É la metafora dei tempi moderni.
Oggi siamo arrivati a un punto senza ritorno. L’unica rivoluzione è possibile è quella che non prevede né armi, né violenza: è una rivoluzione culturale. E allora spogliamoci da inesistenti magliette, rompiamo i recinti dove ci hanno imprigionato. Niente più destra, né sinistra. Rosso o nero. Uniamo le energie di tutti quegli uomini liberi che tentano disperatamente di sopravvivere a questo sistema. Di non entrarne a far parte come modesto ingranaggio utile solo ad altri, invisibili, padroni. In una parola proviamo a colorare la nostra vita.
Di Admin (del 13/11/2007 @ 10:58:05, in Articoli, linkato 1890 volte)
Le regole vanno rispettate. Sempre. Così il preside del Liceo Classico Genovesi ha giustificato l’arrivo dei Carabinieri chiamati per impedire ad alcuni studenti di interrompere le lezioni. Gli studenti volevano indire un’assemblea non autorizzata per discutere delle nuove leggi sul welfare che prospettano loro una vita all’insegna del precariato.
In una città atavicamente incapace di rispettare le regole la posizione del Preside merita un’attenta valutazione. Certo, è stridente l’immagine delle forze dell’ordine all’interno di un plesso scolastico. Da sola è sufficiente a dimostrare un disagio. Il problema che gli studenti sembrano aver preso a cuore non si può certo ridurre alla volontà di saltare una lezione.
Larga parte della generazione dei trentenni sta vivendo oggi ciò che nessuno aveva mai vissuto prima di loro: la stagione dell’incertezza assoluta, dell’impossibilità di programmare il proprio domani. Se possibile, il futuro degli attuali studenti si prospetta ancora più scoraggiante.
Non si può continuare a legiferare nell’interesse esclusivo delle multinazionali, emblema del potere economico. Occorre rispettare la dignità di tutti. Mettere in condizioni i lavoratori di poter costruire, oltre alle ricchezze dei propri datori di lavoro, una vita serena con un minimo di prospettive.
Una democrazia degna di questo nome deve far rispettare le norme essenziali del vivere comune, ma è altresì capace di riscrivere le regole errate. Quelle che sequestrano il futuro dei giovani.
Di Admin (del 20/11/2007 @ 08:40:53, in Articoli, linkato 2021 volte)
Qualche anno fa mi fu proposta una candidatura elettorale. Cortesemente, declinai. Per fare politica bisogna avere voglia di dedicare una fetta importante della propria vita agli altri. Ma non è solo una questione di tempo. L’impegno politico nasce da un dovere morale verso la collettività; e dalla convinzione di poter trovare soluzioni ai problemi e proposte per migliorare il tasso qualitativo della vita dei cittadini.
Almeno credo.
Perché a guardarci intorno, sembra che la questione sia diversa. Pare che oggi fare il politico sia una professione a tutto tondo. E che le qualità richieste siano altre. Occorre, prima di ogni cosa, una qualsiasi mancanza di dignità. Chi si professa comunista può, con naturalezza, vivere notti glamour al Billionaire di Briatore, o acquistare costose barche a vela, o vivere in abitazioni di lusso pagando fitti da case popolari. Oppure bisogna, senza rispetto per il dolore altrui, cavalcare l’onda mediatica e approfittare delle disgrazie che colpiscono le famiglie di donne violentate da extracomunitari o di giovani morti all’autogrill in circostanze poco chiare, per poter urlare a squarciagola: è colpa del governo!
Di fronte a questo, e a tanto altro, sembra davvero poca cosa l’utilizzo a scopo privato di auto blu da parte dei nostri assessori comunali. Una veniale ingenuità. Commessa da uomini che mal digeriscono qualsiasi osservazione sui loro comportamenti. Padroni di un’etica che non ammette giudizi.
Di Admin (del 27/11/2007 @ 00:28:29, in Articoli, linkato 1997 volte)
Driving Drug. Così è stata definita l’operazione condotta dai carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. Pedinamenti, intercettazioni telefoniche e appostamenti hanno svelato un imponente traffico di cocaina. Coinvolti diversi camionisti impegnati nel trasporto di ortaggi destinati ai mercati ortofrutticoli del centro nord. Oltre che corrieri erano loro stessi i primi consumatori: sniffavano per tenersi svegli durante i lunghi viaggi.
La notizia potrebbe anche strappare un sorriso amaro. Ma forse merita un approfondimento. Per rispettare massacranti tabelle di marcia gli autotrasportatori mettevano a rischio la vita loro e degli automobilisti che sfortunatamente incrociavano la loro strada.
Ma non è solo questo. Quanto corriamo nella nostra vita? I ritmi ai quali giocoforza dobbiamo soggiacere risultano stressanti anche per i più combattivi. Eppure in sorte ci sarebbe toccato di vivere nel terzo millennio. Quello del progresso luminoso, delle telecomunicazioni planetarie.
L’evoluzione marcia in modo travolgente in tutti i settori. Ma la qualità della nostra vita è realmente migliorata? Oppure, traffico permettendo, torniamo a casa spossati dalla nostra giornaliera battaglia, piegati alle imprescindibili esigenze produttive?
Il timore è che il tempo che ci avevano promesso, il tempo che la tecnologia avrebbe dovuto donare all’uomo, ci è stato derubato. E a goderne sono stati i portafogli di pochi, gonfi oltre ogni limite sopportabile.
Di Admin (del 03/12/2007 @ 08:18:14, in Articoli, linkato 2136 volte)
Quanto vale a Napoli la vita di un malato terminale? Un male cattivo è un martirio che ti divora. Il rispetto del dolore è il minimo che una società civile debba garantire. Ma in questa città in fuga da se stessa, persino la morte si trasforma in lusso.
Luigi aveva sorpreso tutti. Per i medici gli rimaneva un anno di vita. Ne ha affrontati quattro. Con coraggio. Il suo era un caso “interessante”. Da studiare. Poi, la malattia aveva preso il sopravvento e l’interesse scientifico era sfumato. “Non c’è più nulla da fare.” Questa la litania che i familiari dovevano sopportare.
Insieme a costi immensi provocati dall’indegna assenza del sistema sanitario nazionale. Certo, i chirurghi operano anche nelle strutture pubbliche. Ma per potersi giovare delle loro eccellenti mani, occorre appoggiarsi a strutture private. Oppure mettersi in lista di attesa. E chiedere cortesemente al cancro di attendere.
Alla fine, la voglia di vivere di Luigi è stata premiata dal sorriso inedito della nipotina appena nata. Poi, il calvario. Che ha un nome. Ospedale Cardarelli. Le ultime ore sono strazianti. Ingiuste e ingiustificate. I letti liberi ci sono. Ma Luigi viene abbandonato in corridoio su una barella. I suoi cari pretendono rispetto, minacciano denunce. “’Sto casatiello non lo spostiamo. Chiamate chi volete.” Così rispondono medici e infermieri. L’arrivo dei carabinieri li costringe a provvedere. Controvoglia. Luigi se ne è andato. Ma la vergogna ci assale.
Di Admin (del 11/12/2007 @ 11:44:26, in Articoli, linkato 1952 volte)
Quattro dirigenti della Regione Campania arrestati per concussione. I manager colti sul fatto mentre intascavano mille euro per “agevolare” l’iter burocratico e sbloccare i finanziamenti a un imprenditore. Che, coraggiosamente, li denuncia.
Come in un film americano, tre poliziotti, un carabiniere e un ex camorrista s’inglobano in una pericolosa banda criminale e svaligiano gioiellerie e altri esercizi commerciali tra Modena e Napoli.
Quattordici poliziotti arrestati con l’accusa di associazione a delinquere. Costringevano gli autotrasportatori tra Caserta e Caianello a pagare tangenti per non vedersi appioppare multe salatissime. Dalle prostitute esigevano rapporti sessuali.
Tre recenti vicende su cui meditare.
La corruzione è un fenomeno antico ed episodi simili si verificheranno all’infinito. Ma appare incontestabile il momento difficile che stiamo vivendo. Vengono meno i riferimenti morali. Chi dovrebbe garantire la sicurezza o aiutare lo sviluppo si trasforma, senza grosse difficoltà, nel vampiro che non vorresti mai incrociare lungo la tua strada. L’immagine che regala di sé la politica sembra giustificare, se non incitare la corruzione.
Troppo spesso si parla di città insicure e dell’imprescindibile ripristino della certezza della pena. C’è da auspicarsi che questo concetto venga applicato a maggior ragione verso chi indossa una divisa o rappresenta le istituzioni. La legge è uguale per tutti. O così raccontano…
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