Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 28/01/2008 @ 08:39:40, in Articoli, linkato 2030 volte)
Tanto tuonò che cadde. L’entrata a gamba tesa della Procura di Santa Maria Capua Vetere sulla famiglia Mastella aveva virtualmente sferrato il colpo decisivo. Quello che demoliva il governo. Eppure il suo timoniere ha mostrato fino all’ultimo un’incrollabile fede, tanto da indurre Silvio Berlusconi a chiedere la prova televisiva per simulazione.
Da autentico guerriero, parole di Oliviero Diliberto, Romano non si perde d’animo e si presenta nell’arena gremita. È maretta fra i senatori dell’Udeur. L’attenta lettura del labiale consente di decifrare con chiarezza la frase rivolta da Barbato al dissidente Cusumano: “Sei un briccone”. Cusumano ha un malore e Barbato, generoso, gli dona la propria saliva, ricca di sali minerali, per farlo rinvenire. Plaude l’ultrà Cossiga: “Vivaddio, la prima repubblica non è morta!”
Siamo nei minuti di recupero. Prodi tenta l’ultimo disperato assalto, ma viene steso senza riguardo alcuno. La moviola, proprio come dieci anni fa, regala dubbi più che certezze. Chi ha mandato all’aria Prodi? Le immagini sembrano indicare in modo chiaro il blocco al centro di Mastella. Ma nuove inquadrature rivelano: è stato Turigliatto, un rifondarolo, ad atterrarlo da sinistra. Ma no, osservate bene! È l’inossidabile Dini da destra a sgambettare con scaltrezza Romano.
Il dubbio resta, ma la sostanza non cambia. Il centro sinistra non esiste più. Metà emiciclo è in festa. Chi s’ingozza di mortadella, chi stappa champagne. E se giocassimo a porte chiuse?
Di Admin (del 21/01/2008 @ 09:00:50, in Articoli, linkato 2035 volte)
L’occasione era troppo ghiotta per farsela scappare. Il Presidente del Consiglio Regionale Alessandrina Lonardo, (l’addetto all’anagrafe dell’epoca pare nutrisse una particolare adorazione per i diminutivi) viene accusata di tentata corruzione e sottoposta agli arresti domiciliari.
Il di lei marito, Clemente Mastella, rassegna le dimissioni da Ministro di Giustizia per essere vicino alla moglie, ma viene anch’esso indagato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere per concorso esterno in associazione a delinquere e altre sei ipotesi di reato.
L’ennesimo terremoto politico turba, si fa per dire, il paese. E, implacabili, le Iene si catapultano a Ceppaloni per consegnare delle arance alla Lonardo. Ma qui accade l’imprevisto. Il figlio dell’oramai ex ministro caccia gli artigli e ruba il mestiere ad Alessandro Sortino, la iena di turno.
Elio Mastella non si limita a difendere la madre e adopera le stesse armi allusive della tv giustizialista. La iena, oramai in gabbia, rivela di essere figlio di Sebastiano Sortino, Commissario dell’Authority per le Comunicazioni.
Immediata giunge la reazione di Davide Parenti, capo-autore delle Iene: Sortino lavora perché è bravo. E già, perché quando le proprie armi volgari vengono adottate da altri, allora diventano insinuazioni. I vertici di Italia1 annunciano: il servizio che andrà in onda venerdì è tutt’altro che la consegna delle arance alla Lonardo.
Venerdì, come ogni sera, m’immergerò nelle pagine di un bel libro.
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?idCanale=Italia&filtro=Tutti&pagina=2&passo=5&uuid=665eb3ca-c5cd-11dc-8434-0003ba99c667&navName=1
Di Admin (del 14/01/2008 @ 08:54:29, in Articoli, linkato 1959 volte)
Da quasi un anno questa rubrica prova a raccontare una città, i suoi problemi, le sue risorse. Non credevo si sarebbe ridotta a una sorta di bollettino della munnezza.
Si è appena conclusa una settimana di nuovi arrivi e di mancate partenze. È giunta la nomina di Gianni De Gennaro a commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. L’ex capo della Polizia ha alle spalle una brillante carriera e importanti vittorie contro la mafia. Di recente è stato iscritto nel registro degli indagati per i fatti del G8.
Speriamo sia in grado, grazie anche ai super poteri che gli sono stati riconosciuti, di contribuire a risollevare una regione dal baratro in cui è sprofondata. La sua nomina è stata accolta con favore dalle opposte fazioni politiche. Di questi tempi, non lo si può considerare un gran bel viatico.
Intanto, la classe politica che da anni malgoverna la regione resta salda al suo posto. Bassolino spiega la sua testarda volontà: andarsene sarebbe una fuga. E il Governatore avvalora il suo sincero senso di responsabilità disertando il confronto con le popolazioni in protesta e frequentando i più confortevoli salotti televisivi.
Intanto Alessandra Mussolini piomba a Pianura e spiazza tutti. Dopo aver ammonito sui rischi che i bambini corrono vivendo circondati dall’immondizia, offre la soluzione su di un piatto d’argento: “Portiamo i rifiuti in Romania, visto che loro hanno portato i delinquenti qui!” I bambini rumeni, sentitamente, ringraziano.
Giovedì scorso a Terni sono state effettuate delle perquisizioni all’interno della ThyssenKrupp e delle abitazioni di Harald Espenhahn, Gerald Priegnitz e Marco Pucci i tre principali manager dell’azienda tedesca.
I PM hanno sequestrato un rapporto segreto. Al suo interno un’analisi storica di Torino definita “una città dalla lunga tradizione sindacale di stampo comunista” dove sono state scritte le pagine più sanguinose degli anni di piombo firmate dalle Brigate Rosse.
Terminata l’interessante analisi storica il rapporto segreto analizzava i comportamenti degli operai sopravvissuti al rogo che “passano di televisione in televisione” e vengono rappresentati “come degli eroi”.
Atteggiamenti intollerabili che meriterebbero importanti sanzioni disciplinari. Tuttavia, sempre secondo i manager della Thyssen, è opportuno differire nel tempo tali sanzioni, quando l’attenzione mediatica sarà calata.
Per chi l’avesse già dimenticato, l’incendio che scoppiò nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, provocò la morte di 7 operai. Una strage. Pagherà mai qualcuno?
Qualche veloce nota storica. La ThyssenKrupp è leader in Europa nel campo dell'acciaieria e siderurgia. È nata dalla fusione di due aziende, la Krupp e la Thyssen che si unirono nell’immediato dopoguerra dopo aver prodotto cannoni e panzer per l'esercito del terzo Reich.
Di Admin (del 07/01/2008 @ 08:32:54, in Articoli, linkato 1827 volte)
E alla fine ci siamo arrivati. È un gioco antico, che nel corso dei decenni si è perfezionato. Fino a divenire scientifico. La protesta monta. Manichini impiccati compaiono sugli alberi sfiniti di Corso Umberto. Le indagini della Digos rivelano che a metterli sono stati i circoli di AN. Manifestanti a Pianura attaccano la Polizia in tenuta antisommossa costringendola alla ritirata sotto una fitta sassaiola. Tra i partecipanti molti ragazzi che non abitano nel quartiere. La polizia ha il sospetto che siano giovani assoldati dalla camorra per fomentare la protesta. Non l’avremmo mai immaginato, vero?
E tutto legittima il leghista Roberto Calderoli a tuonare “Napoli non è Italia! Lì le leggi non valgono.” È sincero il vicepresidente del Senato. Dice la verità. Da noi le leggi non valgono e lo sanno bene gli industriali del Nord che per decenni hanno sversato i loro liquami velenosi nelle nostre campagne. Più di un dio cattivo, sono venuti a donarci la morte. Le connivenze con politica e camorra li garantivano da qualsiasi conseguenza. Da noi le leggi non esistono.
Intanto il sindaco Iervolino ribadisce “Dimettersi? Mai”. Antonio Bassolino, la cui costosissima politica verso il problema rifiuti è stata fallimentare, almeno per i cittadini, aggiunge “Se servisse a qualcosa, mi dimetterei”. Di fronte a un simile saccheggio non resta che aggrapparsi a quegli anarchici di fine ottocento che di fronte all’arroganza del potere replicavano “Una risata vi seppellirà”.
Di Admin (del 01/01/2008 @ 12:24:00, in Articoli, linkato 1996 volte)
31 Dicembre. Tempo di bilanci. Compito ingrato in un anno dove poche luci non hanno regalato ossigeno a un paese asfittico. Addolora, e tanto, vedere una regione messa in ginocchio dal problema dei rifiuti. È un’immagine sconfortante. Persino scriverne provoca un senso di frustrazione. Mi limito a osservare come nessuno fra i responsabili politici abbia ritenuto doveroso un gesto forte: rimettere il mandato ricevuto dagli elettori di fronte a un simile degrado.
In Italia dimettersi è un gesto inaudito. Si sono invece dimessi i direttori del quotidiano Epolis. Ai fratelli Cipriani va il mio ringraziamento per la libertà riconosciuta a tutti coloro, giornalisti e collaboratori, che alimentano le pagine di questo vivace progetto. La loro presenza era più di una garanzia. È auspicabile che la futura direzione continui a ritenere la libertà di espressione un valore irrinunciabile.
Non riesco, perdonatemi, a farvi gli auguri di fine anno. Il mio sguardo è rivolto alle famiglie degli operai morti nell’incendio alle acciaierie della Thyssenkrupp. Alle mogli e ai figli di uomini uccisi da dirigenti privi di scrupolo. Non rispettare le più elementari norme di sicurezza per massimizzare i profitti è un grave delitto che va perseguito. Si lavora per vivere, non per morire. In un anno in Italia muoiono al lavoro oltre mille persone. È un bollettino di guerra. Questa sera in tanti senza coscienza brinderanno impuniti. Il mio pensiero andrà a chi non ha la forza di sollevare alcun calice.
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