Di Admin (del 07/01/2009 @ 11:06:56, in Articoli, linkato 3321 volte)
Non si è ancora insediato alla Casa Bianca e già Obama si trova a dover fare i conti con problemi inaspettati. Superata l’euforia iniziale, la sensazione di aver scritto una indimenticabile pagina di storia, sulla scrivania di Barack piovono le prime cattive notizie. Non lo scandalo Richardson, il titolare del dicastero al Commercio coinvolto in un’indagine federale. Questi sono piccoli incidenti di percorso. Ma la coltellata infertagli dai cugini anglosassoni no, questa non se la aspettava proprio.
E ancor più delusi di lui sono state le migliaia di bambini inglesi a cui i genitori hanno regalato la bambola Upsy Daisy, personaggio della nota serie televisiva In the Night Garden. Si son trovati di fronte una bambola dalla carnagione slavata. Upsy Daisy, l’idolo dei bambini, è senza ombra di dubbio nera. Da qui le accuse di razzismo che hanno investito la BBC e che hanno indotto i dirigenti inglesi a un rapido dietrofront. Ritireranno dal mercato il prodotto incriminato, con l’impegno di far arrivare entro Pasqua una bambola nera come l’originale.
Nel malcontento generale, solo una voce potrebbe levarsi a difesa della BBC. Quella di Michael Jackson che, a dispetto dei problemi finanziari che lo attanagliano, non esiterebbe a staccare un assegno e portarsene a casa un gran numero di esemplari. La celebre pop star sa bene come far diventare Upsy Daisy completamente albina.
Di Admin (del 13/01/2009 @ 11:45:31, in Articoli, linkato 1798 volte)
Le parole di Raffaele La Capria mettono a nudo con la consueta lucidità la violenta crisi che soffoca la Campania. Azzerare tutto, allontanare una ‘classe digerente’ capace solo di mangiarsi la città è una necessità improcrastinabile. Ma poi, quale domani ci attende? È forse cresciuta in questi anni una nuova generazione di politici in grado di risollevare le sorti di Napoli?
È avvilente ascoltare la soluzione invocata da Veltroni: piazzare lo scrittore del momento dietro una scrivania e fargli tenere lezioni di moralità ai futuri dirigenti. Insomma, per dirla alla Gelmini, un maestro unico che alleva i nostri prossimi amministratori. E, visto che ci siamo, allo scrittore poi gli facciamo fare anche il sindaco.
Proposte indecenti che giovano forse al prestigio di chi le riceve ma che ingannano la cittadinanza. Riferendosi al suicidio di Nugnes la Jervolino ha parlato di un sussulto di dignità. Rivolta a un uomo che si è appena tolto la vita ha il suono tetro di un’espressione sciagurata.
Un sussulto di dignità, se fossi un medico, lo prescriverei ad altri. Ai nostri consumati politici cui manca il coraggio di lasciare, al leader del PD che potrebbe serenamente tornare a occuparsi di cinema, ai maestri unici che fanno dei cancri di una regione lo strumento per trasformarsi in oracoli e creare posizioni di potere, a una società civile che deve ricompattarsi e trovare i mezzi per offrire un contributo vitale alla città.
Di Admin (del 15/01/2009 @ 10:02:17, in Articoli, linkato 1882 volte)
Pirmin Zurbriggen, Marc Girardelli, Jure Kosir sono solo alcuni dei grandi campioni che in passato hanno tentato di fermare Alberto Tomba. Ma non c’era niente da fare, superare Tomba la bomba era un’impresa più unica che rara. Cinquanta successi tra i paletti, una coppa del mondo, tre ori olimpici. Quante vittorie. E quante emozioni regalate dal formidabile sciatore bolognese.
Mettere Tomba ko è stato il sogno di tanti fuoriclasse. C’è riuscito, nel peggiore dei modi, un automobilista ucraino. È accaduto, nei primi giorni del 2009 a Pragelato in Piemonte, che Tomba sia rimasto bloccato nella sua vettura all’uscita di un hotel. A impedirgli il passaggio una monovolume in difficoltà a causa della neve. Ne è nato un diverbio chiuso da un cazzotto al volto del campione. I medici che l’hanno visitato hanno per fortuna escluso complicazioni.
Non è la prima volta che di Tomba si parla per vicende che nulla hanno a che vedere con lo sport. Come accadde nel giorno di Santo Stefano del 1993 quando il carabiniere Tomba restò imbottigliato nel traffico di Cortina d’Ampezzo e, forse per non far annoiare l’allora fidanzata Martina Colombari, non esitò a farsi largo tra le auto bloccate servendosi di paletta e lampeggiante blu.
Commentando il brutto episodio occorsogli a Pragelato, Tomba, che ha annunciato di voler querelare la controparte, si è detto sconcertato. Succede quando lungo la via incontri qualcuno ancora più arrogante di te.
Di Admin (del 19/01/2009 @ 23:21:07, in Articoli, linkato 1854 volte)
La mafia dilaga su Facebook. Una vera e propria infiltrazione mafiosa sta attraversando il social network del momento. Per questo motivo la parlamentare Luisa Bossa, componente della commissione antimafia, ha deciso di rivolgersi al ministro Maroni sollecitando un intervento della polizia postale mirato ad allontanare queste sgradite presenze.
In effetti, navigando si scovano decine di foto di Totò Riina, gruppi inneggianti a Bernardo Provenzano e a Raffaele Cutolo. Nel gruppo Liberiamo ‘o Prufessore si legge ‘Santo, martire, leggenda, mito creatore del lavoro del sud Italia, ministro delle infrastrutture, grande commerciante di import export per l’America’. È corretto segnalare il fenomeno in atto.
Tuttavia più d’un dubbio mi assale. È impossibile arrestare simili manifestazioni. Chiuso un gruppo se ne aprirebbe immediatamente un altro e la polizia postale non può abbassare la guardia nella lotta alla pedopornografia. Non mi convince la Bossa quando afferma che ‘la mafia utilizza la rete per farsi propaganda e creare le basi per i suoi affari criminali’. Se così fosse, per assurdo, gli investigatori potrebbero monitorare con facilità tutti i presunti mafiosi che vivacchiano in rete.
Credo invece che il problema vero sia un altro. È lo Stato che si deve infiltrare in maniera profonda e irreversibile nel Sud Italia. Offrire a tanti ragazzini che vivono nell’oscurità i mezzi per allargare la propria mente e scuotere la propria coscienza.
Di Admin (del 23/01/2009 @ 08:30:21, in Articoli, linkato 1780 volte)
Il figlio che ogni mamma vorrebbe. L’emblema del politically correct. Il David Letterman italiano. Abbondano le definizioni generose nei confronti di Fabio Fazio. E anche stavolta il presentatore ligure ha messo a segno un colpo da maestro. Domenica avrà in esclusiva Carla Bruni come ospite di Che tempo che fa.
Trapelano le prime indiscrezioni. L’intervista si concentrerà su due aspetti cruciali. L’uscita del nuovo album della Bruni e il primo anniversario di matrimonio che la première dame francese festeggerà il 2 febbraio con l’amato Sarkozy. Accompagnata dalla sua band Carlà canterà due brani del suo nuovo disco. La Bruni è una donna arguta, indubitabilmente affascinante, ma le sue canzoni provocano in me un repentino calo di concentrazione, seguito da uno stato indefinibile, simile a un sonno agitato.
Eppure da un giornalista di punta della tv pubblica ci si attenderebbe ben altro. Ad esempio discutere dei motivi che hanno indotto la Francia a non adottare più la dottrina Mitterand, per la quale dal 1985 i rifugiati politici italiani non venivano estradati. E svelare i veri accordi che hanno spinto il Brasile a rifiutare l’estradizione di Cesare Battisti. Scopriremmo magari che, al di là delle note piccate del Quirinale, Francia e Italia hanno concordato una strategia comune. Perché Battisti in Italia è un problema difficile da gestire. Fazio e la sua incantevole ospite parleranno di questo? Me lo farò raccontare.
Di Admin (del 26/01/2009 @ 08:11:31, in Articoli, linkato 1843 volte)
In una democrazia matura il sistema elettorale maggioritario facilita la nascita di due gruppi contrapposti capaci di convincere l’elettorato con diverse proposte in tema di politica economica, sociale, ambientale. In Italia una serie di anomalie rendono impossibile un tale scenario. I due poli nostrani tendono ad assomigliarsi in modo preoccupante fino a rendere difficilmente distinguibili i rispettivi programmi.
Dunque potrebbe esserci spazio per un terzo protagonista capace di soddisfare quella fetta di popolazione che non si riconosce nei due schieramenti. Ma se Pdl e Pd (perfino i nomi…) si rincorrono confusamente al centro, impossibile individuare nel centro di Casini una voce realmente dissonante rispetto alle altre.
Una simile analisi non sfugge certo ai sempre sorprendenti leader della sinistra. Alle ultime elezioni la Sinistra Arcobaleno composta da Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi non è andata oltre uno striminzito 3%. La disfatta, anziché evidenziare tutti i limiti di una dirigenza non illuminata, ha dato il la ad una serie di lotte intestine sfociate sabato a Chianciano nell’ennesima scissione.
Nichi Vendola abbandona Rifondazione e fonda Rps. Commentando la scelta dei vendoliani, Paolo Ferrero, che proprio a Chianciano aveva a luglio vinto la sfida per la segreteria, esprime il timore che la gente andrà a casa schifata. Giudizio condivisibile, che forse si potrebbe retrodatare nel tempo.
Di Admin (del 27/01/2009 @ 09:47:26, in Articoli, linkato 1967 volte)
Merce siamo e merce ritorneremo. A pensar così si rischia di apparire blasfemi ma forse dannatamente attuali. Sempre più spesso veniamo al mondo con un bel taglio cesareo che in molti casi si potrebbe serenamente evitare, ma poi le Regioni pagano un bel rimborso e sono tutti più contenti. Lungo il cammino rischiamo di essere trattati come una polposissima arancia da spremere fino alla fine per tutta la vita.
E anche oltre, a giudicare dall’azione che i carabinieri di Caserta hanno fatto scattare all’alba di ieri contro il racket del ‘caro estinto’. Il gip di Santa Maria Capua Vetere ha spiccato 22 mandati di arresto per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, estorsione e illecita concorrenza. Una ben oliata organizzazione di 22 persone gestiva in modo intimidatorio il mercato delle onoranze funebri. Alcuni dipendenti dell’ospedale di Caserta fornivano i dati anagrafici dei deceduti a chi gestiva il racket ricevendo un compenso tra i 100 e i 200 euro.
Ai titolari delle pompe funebri non era consentito di organizzare funerali in zone diverse da quelle pattuite. E se qualcuno violava le regole si assisteva a scene tragicomiche con il feretro conteso in modo brutale dai necrofori. Difficile sorridere di fronte a un fenomeno intollerabile. Negli ospedali si aggirano loschi figuri pronti ad accaparrarsi l’ambito prodotto. Il defunto. La malavita non ha scrupoli e non si ferma nemmeno davanti all’ultimo viaggio.
Di Admin (del 02/02/2009 @ 08:30:16, in Articoli, linkato 1906 volte)
Barack Obama ha almeno due validi motivi per ringraziare Aretha Franklin di essere intervenuta alla sua cerimonia di insediamento alla Presidenza degli Stati Uniti. L’aver regalato un momento di gioia con la sua voce inimitabile. E l’aver offerto con il suo sgargiante cappello un’altra immagine indimenticabile, insieme a quella del neo presidente che balbetta nel pronunciare il giuramento.
Quel cappello di lana grigia con un vistoso fiocco, paillettes e brillantini è entrato ora nel mirino dello Smithsonian Museum di Washington che raccoglie memorabilia della storia americana, e che lo vorrebbe esporre insieme al vestito indossato dalla First Lady Michelle Obama.
Aretha è perplessa. Le dispiacerebbe separarsi da un oggetto che le ricorda il momento storico a cui ha partecipato. Se me lo chiedesse, le consiglierei di conservarlo. È stata lei a renderlo straordinario con il suo sorriso, la sua classe. In un museo si ridurrebbe ad un buffo e incomprensibile cimelio.
In quella cerimonia teatrale e ingessata che da centocinquanta anni si ripete all’insediamento di ogni nuovo presidente americano, quell’improbabile copricapo è riuscito a sfuggire alla gabbia del cerimoniale. Forse per questo lo Smithsonian Museum lo vuole ad ogni costo.
La speranza è che anche della presidenza di Obama ci si possa un giorno ricordare come di un momento luminoso e fuori dagli schemi come Aretha e il suo cappello.
Di Admin (del 04/02/2009 @ 08:45:06, in Articoli, linkato 1906 volte)
La scorsa settimana Antonio Bassolino è stato protagonista a L’infedele, la trasmissione condotta da Gad Lerner. In tempi in cui l’opportunismo sembra essere l’unica via da seguire, va apprezzata l’onestà intellettuale di Lerner che ha rivendicato, in tempi certo non propizi, la sua antica amicizia con Bassolino. Tuttavia in molti hanno avuto la sensazione che il governatore sia stato trattato con i guanti e non abbia risposto del baratro in cui è sprofondata la Campania.
Personalmente mi ha colpito la maschera dipinta sul volto di Bassolino, il linguaggio del suo corpo. Nervoso, arroccato in posizione difensiva, ma pronto a scattare e a riversare sui suoi aggressori tutta la rabbia che cova dentro. L’impressione è stata quella di trovarsi di fronte ad un capo branco. O meglio, a chi il branco un tempo l’ha guidato con forza e magnificenza. Regalando un periodo di splendore con il suo operato. E che oggi deve resistere agli assalti di chi desidera detronizzarlo.
Bassolino sembra voler avvisare chi gli vuole succedere. Non accetterà l’infamia. O gli riconosceranno l’onore delle armi, regalandogli un finale sereno. Oppure si lancerà nell’ultimo scontro. Quello che potrebbe rivelarsi fatale per lui, ma anche per molti dei suoi avversari.
Un monito che è sembrato riecheggiare in chiusura di trasmissione nelle parole scelte dal governatore per rispondere a Lerner che gli chiedeva se si sarebbe ripresentato come aspirante sindaco per la terza volta. Cito testualmente: “Lavoro per rendere più forte il Partito Democratico e metterlo in sicurezza e guai se non lo mettiamo in sicurezza”. [ Clicca per ascoltare la dichiarazione di Bassolino tratta dal sito www.gadlerner.it ]
Non può essere un caso. Per un uomo che ha visto la sua stagione politica morire sotto i colpi dell’emergenza rifiuti. Per un uomo che aveva legato la sua immagine a una Piazza Plebiscito da cartolina e che rischia di essere ricordato come colui che ha affossato Napoli sotto montagne di spazzatura. Per l’uomo simbolo del rinascimento napoletano che oggi si deve difendere da diverse inchieste giudiziarie legate alla dubbia gestione del ciclo dei rifiuti.
Prende corpo con forza l’ipotesi che Bassolino abbia coscientemente accostato il PD a una discarica. Lasciando magari intendere i miasmi e i pericoli che ne potrebbero derivare qualora il PD non fosse messo in sicurezza. Inquietante.
Di Admin (del 10/02/2009 @ 21:39:34, in Articoli, linkato 1904 volte)
In Venezuela Ugo Chavez s’è imposto. Quest’anno niente festa dell’amore. Il leader sudamericano non vuole distrazioni il giorno prima del referendum che gli permetterà di governare all’infinito. Per farsi perdonare Chavez ha deliberato un’intera settimana dell’amore che partirà non appena chiuderanno le urne.
Se i venezuelani dovranno attendere il 16 febbraio, altrove San Valentino si festeggerà con le regole di sempre. Nutro una certa insofferenza per queste ricorrenze create solo per alimentare i consumi. E quindi festa del papà, della mamma, dei nonni e chi più ne ha più ne metta. All’appello mancano solo la festa dello zio d’America (chi non ne ha uno?) e della suocera (vi prego, almeno questa no!).
Come ogni anno dunque si celebrerà la gara al regalo più originale. In forte declino fiori e cioccolatini, ancora una volta è la rete a imporre le nuove tendenze. Tra le più stravaganti si distingue www.regalalaluna.it, dove è possibile dedicare alla propria anima gemella nientemeno che un acro di luna! Attraverso il sito si può acquistare un certificato di possesso di 4.047 mq di suolo lunare, insieme alle fondamentali carta dei diritti extraterrestri e costituzione lunare.
Di recente anche il magnate russo Abramovich ha donato alla fidanzata cento acri di luna per farsi perdonare il rinvio del matrimonio. In tempi di finanza creativa e altri meccanismi perversi almeno questa trovata strappa un sorriso.