Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
È come un click. All’inizio arrivi solo a ipotizzarlo. In forma astratta. Senza elementi.
Poi, approfondisci e ti accorgi che non è più un gioco. Cominci a sentire una sensazione melmosa sulla pelle. E ti poni una domanda: che faccio? Vado avanti o lascio perdere?
Ma quando giungi a domandartelo hai già una risposta. Non sai se e come riuscirai a procedere. Non dipende da te. Forse ti impantanerai subito. Forse lambirai una zona oscura. Qualcuno, dopo molti anni, potrebbe voler rivelare qualcosa.
Vai avanti. Con un pizzico di incoscienza.
Di Admin (del 11/02/2008 @ 08:52:08, in Articoli, linkato 2165 volte)
Michelle Stepney trentacinquenne inglese è stata premiata. Era incinta quando i medici le diagnosticarono un tumore alla cervice uterina. Per non perdere le due gemelline che portava in grembo rifiutò l’operazione. Le due nasciture, già molto combattive, hanno preso a calci e spostato il tumore, impedendo che arrecasse danni a tutte e tre. La mamma, un mese dopo il parto, si è operata con successo.
Una notizia sorprendente che mi ha regalato un sorriso. Destinato a sfiorire dopo pochi minuti. Leggendo lo stesso quotidiano, ho appreso della scomparsa di Tonia Accardo, morta a 33 anni, a Torre del Greco, per non aver voluto curare un cancro quando era incinta. La chemioterapia avrebbe danneggiato la figlia, Sofia.
I medici erano stati chiari. Senza cure adeguate il male l’avrebbe piegata. Tonia però, aveva deciso. Forte di un coraggio incantevole ha scelto di sacrificarsi per donare la vita a chi cresceva nel suo grembo. L’unica strada per lei possibile.
Negli ultimi mesi stiamo assistendo a forti discussioni sul valore della famiglia e la difesa della vita. E non di rado, a esprimere giudizi sono persone che non ne avrebbero i titoli. Ma il gesto inaudito di Tonia Accardo, il suo coraggio meraviglioso, non appartengono a nessuno, né ai partiti, né a qualsiasi istituzione, se non al marito e alla piccola Sofia. Nel dolore inimmaginabile, sapranno trovare la forza per andare avanti pensando a lei, rifugiandosi in Tonia, e nel suo amore infinito.
Di Admin (del 18/02/2008 @ 09:05:42, in Articoli, linkato 2128 volte)
Finalmente in Italia si afferma una democrazia matura. La campagna elettorale è iniziata porgendoci questa prima, chiara indicazione. Tra Silvio Berlusconi e Walter Obama Veltroni, è scoppiata la pace. I due leader mostrano alla popolazione grande senso di responsabilità e si confrontano usando toni pacati.
Intorno a loro è tutto un gran fermento. Una corsa contro il tempo per occupare i pochi spazi liberi rimasti. Fini annuncia di voler sciogliere AN e Storace tenta di rinvigorire la fiamma tricolore, con buona pace della Mussolini, che converge decisa sul PdL. Persino più nostalgico appare il tentativo di Casini, Tabacci e Mastella di far rivivere la Democrazia Cristiana.
Al paese urgeva una nuova legge elettorale. Ancora una volta hanno prevalso interessi particolari e voteremo con un sistema inadeguato. Dinanzi all’evidente spaccatura tra cittadini e classe politica, i leader dei due principali schieramenti hanno, in probabile accordo, abbassato i toni della contesa. Diversamente, come potevano presentarsi agli elettori in modo nuovo?
Il centro destra esprime da quindici anni e cinque tornate elettorali sempre lo stesso uomo, Berlusconi. Il centro sinistra s’affida invece al buon Veltroni. Il nuovo che avanza. Colui che 32 anni fa era consigliere comunale del Pci e che oggi, con sorprendente originalità, garantisce “Abbasseremo le tasse.” Da anni andava ripetendo “Dopo il Campidoglio, vado in Africa.” Se questa è l’affidabilità delle sue promesse, non c’è da ben sperare.
L'industria farmaceutica, quella automobilistica, o le banche, hanno un potere che non è legittimato né dalla costituzione, né dal popolo sovrano, e che determina sempre di più la politica sino all'attività legislativa. Sono loro che nello stato puzzano di marcio Loro, non eletti, ma armati dal potere del capitale, incarnano il più acerrimo nemico della democrazia.
Le lobby non conoscono limiti. Gli asociali salari dei manager e la corruzione imperversante ovunque sono i fenomeni che accompagnano il lobbismo. Mali evidenti, in parte supportati da media non indipendenti. Così la democrazia di trasforma in farsa.
Da un discorso di Günter Grass ai parlamentari della Spd. Traduzione di Thomas Paggini.
Di Admin (del 25/02/2008 @ 09:42:36, in Articoli, linkato 1881 volte)
Per una volta, la notizia è di quelle buone. La Regione Campania ha approvato un finanziamento di 627 milioni di euro per lo sviluppo della rete ferroviaria. I fondi saranno utilizzati, da qui fino al 2015, per il completamento di tre tratte della metropolitana di Napoli: la linea Dante-Centro Direzionale, la Mergellina-Municipio, la Piscinola-Aeroporto.
Nell’annunciare il piano, Bassolino non ha evitato quel tocco di demagogia. Dal 2000 a oggi, ha sostenuto il Governatore, Napoli ha costruito più chilometri ferroviari di Roma e Milano. Non si è invece soffermato sui disastrosi ritardi accumulati nei decenni precedenti.
Ma la sostanza non muta. Il progetto è ambizioso: offrire alla maggioranza dei napoletani una stazione della metro in un raggio di mezzo chilometro. In questo modo si regalerebbe alla città un sistema di trasporti all’altezza, permettendo ai cittadini di limitare l’uso della propria auto.
Al di là del risparmio economico, da non sottovalutare alla luce dei vertiginosi aumenti del prezzo del carburante, si potrà proteggere il centro storico della città. Che andrà progressivamente pedonalizzato e vivacizzato. Così come sarà strategico collegare in modo funzionale le province che premono sulla città.
L’auspicio è che si agisca in una precisa direzione: dotare Napoli di una rete metropolitana europea, ma al contempo preservare la storia ed esaltare i patrimoni di una città che non deve inseguire né somigliare a tutte le altre.
Di Admin (del 03/03/2008 @ 08:55:39, in Articoli, linkato 2161 volte)
Tesi di laurea precipitate nei cassonetti dell’immondizia. Centinaia di lavori in economia aziendale degli studenti dell’Università Parthenope, abbandonati insieme a spazzatura di ogni genere.
Il tutto a Via Medina, fra la cappella San Giorgio dei Genovesi, dove si discutono le lauree della Parthenope, e il Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti. L’università, guidata dal rettore Gennaro Ferrara, aveva dato le copie a una ditta incaricata per il macero, ma il personale, eludendo le regole della raccolta differenziata, se n’è inopinatamente liberato nei cassonetti.
I magistrati apriranno un'inchiesta per violazione della privacy. Certo un aspetto delicato, per la presenza di dati sensibili all’interno dei tomi. Così come si conferma l’assoluta mancanza di cultura che la città mostra di continuo anche di fronte a uno scenario che vede da mesi le sue strade a ancor più la propria dignità, sommersa dalla spazzatura.
Una vicenda grottesca dove trionfa lo spreco. Per la gioia delle tipografie le tesi vengono rilegate e stampate in almeno 4 copie, molte delle quali non vengono nemmeno sfogliate. Sarebbe opportuno fare un maggior ricorso ai più ecologici supporti informatici limitando al minimo necessario l’uso cartaceo.
Ma è l’immagine a ferire. Vedere le fatiche di tanti giovani marcire nella munnezza è una fin troppo facile metafora dello stato comatoso nel quale versa la città. Il grido antico di Eduardo torna a lacerare le nostre coscienze indomite. Fujtevenne…
Di Admin (del 09/03/2008 @ 09:00:24, in Articoli, linkato 1938 volte)
Un invito inatteso mi riporta a Procida. Le facciate gialle e rosa delle case di Marina Grande infondono calore. Giro l’isola e i miei ricordi vacillano. Un abusivismo edilizio sfrenato, figlio del bisogno ma anche dell’avidità, ha inferto più d’una ferita all’isola. Che tuttavia conserva intatto un fascino seducente.
Il parco marino 'Regno di Nettuno' è un’opportunità, ma racchiude anche un’insidia. Viene infatti vietato il cianciolo, lo strumento usato da molti pescherecci locali. Secondo una normativa europea la rete distrugge la posidonia, una pianta dall’importante ruolo ecologico.
Eppure nella stessa area si tollera un traffico diportistico asfissiante, i cui ancoraggi distruggono la pianta ben più della pesca. Altrettanto grave è l’assenza di depuratori.
La pesca è un settore vitale per l’economia isolana e copre il fabbisogno di un quarto delle famiglie procidane. L’Adiri, guidata da Nicola Pellecchia, lotta per difendere il lavoro dei pescatori e la storia che da secoli si tramandano. Una tradizione che da sempre porta il pesce azzurro sulle nostre tavole. La proposta è quella di pescare oltre i 50 metri di profondità, salvaguardando la posidonia che esige luce e non cresce oltre i 40 metri.
Le zone protette sono decisive per la difesa del mare ma devono sostenere le terre che accarezzano e non generare povertà. La difesa dell’ambiente non deve trasformarsi in una politica demagogica e strumentale. I no dei verdi non sempre giovano alla Campania.
Di Admin (del 17/03/2008 @ 08:42:32, in Articoli, linkato 2092 volte)
10 agosto 2007, Magic Word di Licola. La consueta folla all’ingresso del parco acquatico flegreo. Ma quella mattina è diversa da tutte le altre. In due si fanno spazio fra la gente e, mettendo in grave pericolo la vita di decine di persone innocenti, uccidono un camorrista. L’ennesimo atto di guerra fra i diversi clan che divorano la città.
I killer agiscono a volto scoperto. Non hanno nulla da temere. Le coscienze dei cittadini soffrono di narcolessia di giorno e riposano la notte. Incoraggiate da uno stato assente che quotidianamente dimostra le sue incapacità.
Ma qualcosa guasta il piano dei sicari. Un ragazzino vede in volto l’assassino. Fissa il suo sguardo, i suoi occhi. E non esita a riconoscerlo tra le foto mostrategli dagli investigatori. Da allora la sua è una vita blindata. Vive sotto il controllo della Polizia. La famiglia ha abbandonato la periferia di Napoli. Decisa a non tornarci più. In tribunale sarà costretto a ripetere la sua testimonianza, a confermare il suo limpido coraggio.
Una storia importante. Quel tredicenne ha vissuto nello stesso degradato contesto che spinge molti suoi coetanei nelle braccia della camorra o li relega ai margini della società. Scegliere, dunque, è ancora possibile. Ma è tanto, troppo difficile.
Quanti, fra noi, troverebbero la forza e la fiducia nelle istituzioni per seguire questo esempio, rischiando in proprio per difendere l’ideale di giustizia? Una vicenda che libera una speranza ma, con essa, anche tanta amarezza.
Di Admin (del 31/03/2008 @ 09:43:30, in Articoli, linkato 1953 volte)
Un decreto del ministero dello Sviluppo economico del 20 marzo ha ridotto l'accisa sui carburanti. La misura ha un vago sapore elettorale. Si tratta infatti di un taglio temporaneo in vigore, salvo proroga, sino al 30 aprile. In tempi di elezioni le si tentano tutte per accattivarsi l’elettorato.
Il provvedimento doveva produrre una riduzione alla pompa di 2 centesimi al litro. Pari a un risparmio di circa un euro per un pieno. Non molto, ma pur sempre qualcosa considerati gli aumenti vertiginosi dei carburanti. Un salasso continuo che negli ultimi mesi è maturato di pari passo ai violenti rialzi del costo del petrolio.
Eppure, quando mi sono recato dal mio distributore di fiducia non ho riscontrato la discesa del prezzo. Ho chiesto chiarimenti al gestore, il quale dopo un iniziale momento di smarrimento, ha farfugliato spiegazioni incomprensibili per poi gettare la maschera. Notificandomi la sua strategia.
Quando i prezzi scendono, termina prima le scorte di cui dispone, per poi applicare la riduzione. Quando i prezzi aumentano applica immediatamente i rincari. “È una mia plusvalenza” mi ha detto senza imbarazzo. Non pago, ho allora chiesto quando sarebbero finite le sue scorte. La risposta, assai infastidita, è stata “Sabato, ma per allora nuovi aumenti possono riassorbire lo sconto”.
Ho segnalato all’Agip e al ministero tale cattiva condotta. Credo che ogni cittadino dovrebbe fare altrettanto. Cambierò il mio benzinaio. Cambierà qualcosa?
Di Admin (del 07/04/2008 @ 08:17:05, in Articoli, linkato 1998 volte)
Una settantenne donna di Angri, Caterina Annarumma, ha avuto, a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70, 13 figli, 12 dei quali “regalati” ad estranei. A rivelarlo una delle figlie, Marina D’Esposito, che ha deciso di inseguire i suoi fratelli naturali sparsi per l’Italia. Con l’aiuto della levatrice, le gravidanze si concludevano tutte all’identico modo: qualcuno bussava alla porta, prelevava il neonato, offrendo in cambio piccole somme in danaro.
È una storia che lascia sgomenti. Figlia della miseria, dell’ignoranza, certo. Ma bisogna andare oltre. Superare giudizi stereotipati e troppo spesso inconcludenti. E porsi domande. Dov’era lo Stato mentre una donna sfornava pargoli a ripetizione? Nessuno nel suo paese si è mai accorto di quanto accadeva o ha mai pensato di intervenire per porre fine a una tragedia? Grazie a quali connivenze avvenivano le “adozioni”?
Mentre Napoli si lascia invadere sorridente dai carrozzoni politici, mentre Berlusconi canta sotto la pioggia “chi non salta milanista è!” e Veltroni butta giù dal palco Bassolino, questa vicenda ci fa sprofondare in un passato che non abbandona la città e torna a far rivivere i fantasmi. Il tempo qui pare non scorrere mai.
Se la dissennata gestione bassoliniana dei rifiuti ci ha riportato ai tempi del colera, il Berlusconi visto a Napoli ricorda molto da vicino il Comandante Lauro, un tempo padrone della città. Che oggi come ieri pare vittima di un demone rancoroso. E domenica si va a votare.
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