Chi ha commissionato a Toni Chicchiarelli della Banda della Magliana, il falso comunicato n°7 che annunciava la morte di Aldo Moro? Quale era il messaggio trasversale che voleva lanciare?
Il 18 aprile una telefonata al Messaggero annuncia l'arrivo di un messaggio delle Br. È una fotocopia di un comunicato numero 7 che annuncia l'avvenuta esecuzione di Moro, il cui corpo si troverebbe nel lago della Duchessa.
Il messaggio si presenta subito con caratteristiche completamente diverse dai precedenti: è molto breve, ironico e ha al suo interno diversi errori di ortografia. Non ci sono gli immancabili slogan conclusivi, l'intestazione "Brigate rosse" e' scritta a mano. Nonostante ciò la relazione degli esperti garantisce l'autenticità del comunicato.
Ecco il testo integrale del falso comunicato N° 7:
Oggi 18 aprile 1978, si conclude il periodo "dittatoriale" della DC che per ben trent'anni ha tristemente dominato con la logica del sopruso. In concomitanza con questa data comunichiamo l'avvenuta esecuzione del presidente della DC Aldo Moro, mediante "suicidio". Consentiamo il recupero della salma, fornendo l'esatto luogo ove egli giace. La salma di Aldo Moro è immersa nei fondali limacciosi (ecco perché si dichiarava impantanato) del lago Duchessa, alt. mt. 1800 circa località Cartore (RI) zona confinante tra Abruzzo e Lazio.
E' soltanto l'inizio di una lunga serie di "suicidi": il "suicidio non deve essere soltanto una "prerogativa" del gruppo Baader Meinhof.
Inizino a tremare per le loro malefatte i vari Cossiga, Andreotti, Taviani e tutti coloro i quali sostengono il regime.
P.S. - Rammentiamo ai vari Sossi, Barbaro, Corsi, ecc. che sono sempre sottoposti a libertà "vigilata".
18/4/1978 Per il Comunismo Brigate Rosse
Il 24 Marzo 1984 Toni Chicchiarelli e altri elementi della banda della Magliana rapineranno la Brink's Securmark, banca di cui è socio Michele Sindona. Qualcuno ha ipotizzato che il bottino della rapina, 35 miliardi, costituisse la ricompensa per il falso comunicato del lago della Duchessa.
Chicchiarelli viene ucciso il 26 settembre 1986. Durante la successiva perquisizione del suo appartamento la polizia trova un filmato della rapina alla Brink's, indizi sull'omicidio di Mino Pecorelli e materiali provenienti dalle Br.
Un ruolo chiave nella creazione del falso comunicato se lo è recentemente attribuito Steve Pieczenik, all'epoca capo dell'ufficio per la gestione del terrorismo internazionale del Dipartimento di Stato Usa e uomo di fiducia di Henry Kissinger. Dopo il rapimento di Moro Cossiga creò un Comitato di esperti per far fronte all'emergenza. Pieczenik venne invitato a farne parte insieme a altri uomini come il criminologo Franco Ferracuti, iscritto alla P2.
Nel libro di Emmanuel Amara 'Abbiamo ucciso Aldo Moro' (Cooper 2008) Pieczenik dice: "Lessi le molte lettere di Moro e i comunicati dei terroristi. Vidi che Moro era angosciato e stava facendo rivelazioni che potevano essere lesive per l'Alleanza Atlantica. Decisi allora che doveva prevalere la Ragione di Stato anche a scapito della sua vita. Mi resi conto così che bisognava cambiare le carte in tavola e tendere una trappola alle Br. Finsi di trattare."
"Decidemmo quindi, d'accordo con Cossiga, che era il momento di mettere in pratica una operazione psicologica e facemmo uscire così il falso comunicato della morte di Aldo Moro con la possibilità di ritrovamento del suo corpo nel lago della Duchessa."
"Mai le parole 'ragion di Stato' hanno avuto più senso che durante il sequestro Moro in Italia. Nessun uomo è indispensabile alla sopravvivenza dello Stato. Sono stato io a decidere che il prezzo da pagare era la vita di Moro."
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