Chi sono
Valerio Lucarelli nasce a Napoli il 16 novembre 1969. I più attenti colgono l'eccezionalità dell'evento. In quei giorni a Chiavari vede la luce il Collettivo Politico Metropolitano, il cui programma prevede la strategia della lotta armata ed il ricorso alla clandestinità. Pochi mesi dopo le Brigate Rosse raccoglieranno quelle teorie dando il via alla loro furiosa escalation.
La scuola dell'obbligo è un trionfo. Come Ingemar Stenmark fra i paletti, infila un filotto (otto di fila) di promozioni che lasciano basiti i suoi stessi insegnanti. Ancora oggi a Pompei, si ricorda quel ragazzino, inimitabile cicerone, che si aggirava fra gli scavi con sicumera. L'approdo agli studi classici è alquanto naturale, soprattutto considerata la vicinanza dell'istituto alla propria abitazione.
Dopo un ginnasio prodromo delle future vicissitudini, la realtà liceale e ancor più la scoperta dei sedici anni, provocano una fase di riflusso. Gli anni del liceo sono inesorabilmente destinati a stravolgergli la vita. Lì incontra un incompreso professore che gli trasmette un amore assoluto verso la Storia. Lì conosce amici che presto diverranno fratelli. Lì scopre in dono la compagna che qualcuno aveva immaginato per lui e che da vent'anni lo sopporta e lo supporta in ogni momento della sua empia esistenza.
Il rapporto con l'Università non riesce a decollare. Complici una materia arida, la scomparsa di qualsiasi rapporto con studenti e docenti, e, a onor del vero, il desiderio di comprendere rapidamente ciò che la vita aveva in serbo.
Si addentra nel sistema produttivo. In dieci anni gira l'Italia per le aziende informatiche con le quali lavora, trovando spazio per esperienze con alcuni periodici a tiratura locale, o all'interno di un'emittente radiofonica regionale dove cura una striscia quotidiana di approfondimento dei mercati finanziari.
Approda all'EDS, per fatturato seconda solo alla IBM. Purtroppo, o per fortuna, i dirigenti americani si adeguano all'andazzo mondiale, specializzandosi, più che nello sviluppo del software, nella redazione di bilanci non sempre corrispondenti ai reali dati economici. Quando la SEC apre un'indagine, a Wall Street il titolo EDS perde in poche ore l'80% del suo valore. Ne segue un drastico taglio del personale europeo, mentre l'amministratore delegato Richard Brown viene "congedato" con una liquidazione di 32 milioni di dollari.
Desiderando sfuggire ad un lento stillicidio che ne avrebbe eroso energie e capacità, coglie la palla al balzo, accetta l'incentivo offertogli dall'azienda, dismettendo le vesti di analista informatico. Con pochi rimpianti.
E torna alla sue due attività preferite, lo studio della storia e il libero pensiero. Si sofferma in particolare sul più importante fenomeno storico italiano del dopoguerra, ancora ricco di vuoti e di mancate risposte, giudiziarie ed ideologiche. E sbriglia i suoi pensieri.
Un tarlo nella testa gli frulla da molto tempo. Lo approfondisce e ne trova conferme. Ma non è politicamente corretto. A chi trasmetterlo? Alle docili pagine bianche di un libro, che forse, un giorno, qualcuno leggerà.
Il 2006 è agli sgoccioli. Novello Ismaele s'imbarca con entusiasmo a bordo del Pequod, affiancando immeritatamente scrittori come Claudio Piersanti, Vincenzo Pardini e Giuseppe Genna. Nel frattempo torna a indossare l'abito dell'analista informatico. "Errare è umano..." potrebbe pensare qualcuno, ma nell'inevitabile gioco dei compromessi, sceglie la "libertà condizionata": di notte è libero di pensare e di scrivere ciò che vuole!
Buio Rivoluzione è il primo amore, ma gli eventi si susseguono. Un suo racconto entra a far parte dell'antologia Tutto il nero dell'Italia. Conserva una sua rubrica sul quotidiano E Polis, il Signor Palomar, dove racconta ai suoi lettori le tante contraddizioni di una città indefinibile. S'intreccia con le dinamiche vivaci che pure riescono a fiorire in città. Nel 2008 partecipa al Dizionario affettivo della lingua italiana, edita da Fandango. In estate, dalle colonne di Repubblica, ripropone quattro gialli che turbarono la città negli anni Settanta e Ottanta.
Nel 2010 partecipa a due antologie. Il monologo scritto per "Presente Indicativo", rassegna di teatro civile, trae spunto dalla drammatica morte del musicista rumeno Petru Birladeanu ucciso a Montesanto "Per errore". Il brano "I conti tornano" presente in "Qui si chiama fatica, storie, racconti e reportage dal mondo del lavoro" descrive l'odissea dei lavoratori della ex Texas Instruments di Aversa.
Dopo tre anni di lavoro nel novembre 2010 giunge in libreria "Vorrei che il futuro fosse oggi. NAP ribellone, rivolta e lotta armata." edito dall'ancora del mediterraneo.