Marchionne? "Yes, we can" anche ai tagli
Di Admin (del 11/05/2009 @ 08:18:33, in Articoli, linkato 1924 volte)
Yes, we can. Lo slogan che ha accompagnato Barack Obama nella sua galoppata presidenziale, si adatta a meraviglia all’inesauribile Marchionne. Da cinque anni alla guida della Fiat, il manager italo canadese ha svelato le carte del suo piano industriale. Un impegno titanico che ha trovato da subito proprio in Obama il più illustre degli sponsor. Il Presidente americano ha parlato chiaro. La Chrysler si può salvare solo grazie alla tecnologia italiana. La frase ha riempito di orgoglio un’intera nazione, peraltro subito distratta dai divorzi del premier.
Sorretto dalla parole di Obama, Marchionne ha rilanciato. Il suo piano è globale. Non solo l’americana Chrysler, ma anche la tedesca Opel, e la svedese Saab. Manca solo, per ora, l’acquisizione di una fabbrica di modellini di auto storiche. A chi lo accusa di voler fare il brodo senza il pollo, e di dar vita a un impero colossale senza scucire nemmeno un euro, Mister Pullover non la manda a dire. Se hanno un’offerta migliore della nostra, l’accettino.
L’intero disegno, non privo di elementi di genialità e concretezza, ha il risvolto della medaglia negli inevitabili tagli alla produzione e al personale. Kaiserslautern in Germania, Anversa in Belgio, Termini Imerese e Pomigliano d’Arco in Italia, tremano. Del doman non v’è certezza. Un piccolo tratto di penna può determinare la chiusura di uno stabilimento e spingere nel baratro migliaia di famiglie. È proprio questo il mondo che vogliamo?
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