I mosaici di Fontcuberta, tra realtà e finzione
Di Admin (del 04/02/2008 @ 09:12:00, in Articoli, linkato 2081 volte)
È scritto su Internet. Sempre più spesso ascoltiamo una frase simile. Inconfutabile garanzia di autenticità. Poco importa l’attendibilità di chi si cela dietro un sito. Un equivoco pericoloso. Libertà d’espressione e accessibilità all’informazione.
Queste le armi con le quali il web si accingeva a rivoluzionare il mondo dei media. Ma nell’epoca della comunicazione globale la rete non poteva rimanere uno strumento anarchico. Anche internet si è trasformato in un’isola ingannatrice.
Tutto questo ha animato l’opera di Joan Fontcuberta, in questi giorni a Napoli per presentare la sua mostra googlegramas visitabile all’Istituto Cervantes fino a fine marzo. L’artista spagnolo ha provocatoriamente rielaborato alcune fotografie dal forte impatto simbolico, ricreandole con milioni di frammenti sputati dal noto motore di ricerca.
L’obiettivo è chiaro: frantumare la presunta unità dell’immagine, privarla della capacità di imporre realtà fasulle a spettatori passivi. E così la foto di due Ufo viene ricomposta con diecimila immagini restituite da Google a chi cerca i luoghi dove, secondo la Chiesa, è apparsa la Vergine. Il ritratto di un pagliaccio è formato dai frammenti proposti a chi ricerca i nomi dei deputati spagnoli.
Tra realtà e finzione, i mosaici di Fontcuberta provano a disinnescare i perversi meccanismi della comunicazione tenendo ben saldo il dubbio, l’unica ancora di salvataggio in un mondo in cui esiste solo quello che ci viene imposto.
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