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Pagano di Gianfranco Franchi
Di Admin (del 09/11/2007 @ 17:01:42, in Libri, linkato 4249 volte)

Possibile compiere un percorso comune al fianco di chi scrive: “Mussolini e il suo gotha avevano capito che la rotta era ricordare agli italiani di essere stati Roma:l’ambizione era tornare a essere un impero”? Apparentemente no.

Gianfranco Franchi si avverte come un uomo di destra, che, tradito da politici come Fini e Berlusconi giunge a votare sinistra. Le differenze di pensiero paiono incolmabili.

Ma questo, a ben guardare, è solo il tragico inganno con il quale tentano di ingabbiare persone libere. Uomini che ancora hanno voglia di guardare oltre il proprio sguardo, che comprendono di essere finiti in un immenso tritacarne che tutto stritola e riduce a poltiglia.

Ed ecco che leggendo “Pagano”, pagina dopo pagina, si avverte una vicinanza di pensiero con l’autore. Encomiabili le denunce contro le tasse e le mille incomprensibili sigle dietro le quali si nasconde uno stato sanguisuga: “Non mi illudo che quel che sto versando finisca proprio a me tra 35 anni; ma non scherziamo.”

Ma è la parte finale di “Pagano” a lasciare il segno. Franchi racconta la cena voluta dal padre per “lanciare” il figlio nel mondo dell’editoria. Una narrazione dai tratti surreali, dominata dagli zoomorfi amici del padre, ognuno dei quali si avvicina per regalare il proprio consiglio, per suggerire la corretta visione della vita, la scorciatoia da imboccare. Entrando e uscendo dalla storia, Franchi trasmette un senso di ansia, ci fa mancare l’aria e venir voglia di scappare. É la metafora dei tempi moderni.

Oggi siamo arrivati a un punto senza ritorno. L’unica rivoluzione è possibile è quella che non prevede né armi, né violenza: è una rivoluzione culturale. E allora spogliamoci da inesistenti magliette, rompiamo i recinti dove ci hanno imprigionato. Niente più destra, né sinistra. Rosso o nero. Uniamo le energie di tutti quegli uomini liberi che tentano disperatamente di sopravvivere a questo sistema. Di non entrarne a far parte come modesto ingranaggio utile solo ad altri, invisibili, padroni. In una parola proviamo a colorare la nostra vita.